Cerca
Close this search box.

Muore 30enne valdarnese. Positivo al Covid, aveva una importante patologia pregressa

L’unica certezza è il dramma della morte. La morte di un giovane di 30 anni
di Levane, che lavorava in un ristorante valdarnese. Sabato sera è deceduto al San Donato di Arezzo. Aveva contratto il Coronavirus e soffriva di una importante patologia pregressa. La sua storia è stata raccontata questa mattina sul quotidiano La Nazione, grazie alle testimonianze della madre. Il suo è stato un autentico calvario.
Aveva compiuto 30 anni il 4 dicembre questo “ragazzo” levanese, la cui famiglia è originaria di Quarata, nell’aretino. Tutto è iniziato lo scorso autunno quando si è imbattuto per la prima volta nel virus. Era la fine di ottobre. Il 4 novembre viene sottoposto a tampone. “Siamo nel pieno della seconda ondata – riporta il quotidiano La Nazione- , quelli nei quali la sanità fa fatica a tener dietro ai ritmi del contagio e anche al tracciamento. Fatto sta che per più di una settimana il 30enne non sa nulla dell’esito”. Il 24 novembre viene quindi sottoposto ad un nuovo tampone e questa volta i risultati sono pressochè immediati: leggermente positivo. Insomma, una di quelle situazioni certo da monitorare ma che non presentano particolari criticità. Il giovane, in buone condizioni, è in isolamento domiciliare, passano i giorni ed è ormai convinto che la strada della guarigione definitiva sia vicina. Ma il giorno di Natale si alza con la febbre alta. Contatta la guardia medica e anche l’Usca e la sera viene ricoverato al San Donato, ospedale dal quale non uscirà più.
“La solita trafila degli sfortunati e anche di quelli che al contatto con il virus arrivano già provati da altre situazioni patologiche – prosegue il racconto del quotidiano La Nazione -. Prima l’area Covid, poi la rianimazione e la fine di sabato sera. La mamma non ha niente da dire su come è stato curato e trattato: sono stati splendidi, umanissimi e bravi sotto il profilo medico, abbiamo anche avuto modo di vederlo nelle visite programmate. Resta il dubbio di quel tampone fantasma. Lei vorrebbe capire: perchè non succeda ad altri”.

Articoli correlati