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Sabato 30 partono i saldi invernali 2021. Mantovani di Confcommercio:”Abbiamo aspettative contenute”

Sabato 30 gennaio si aprono ufficialmente le vendite di fine stagione dell’inverno 2021. Secondo le stime di Confcommercio, i cittadini della provincia di Arezzo che decideranno di acquistare in saldo spenderanno circa 115 euro: 5 euro in più della media nazionale ma addirittura 45 euro in meno rispetto allo scorso anno. Semplici da spiegare i motivi di questo crollo: la crisi innescata dalla pandemia, la minore propensione al consumo delle famiglie, la scomparsa quasi totale di occasioni sociali e, per ultimo ma non ultimo, l’ampia possibilità di fare shopping a prezzi scontati anche nel mese precedente ai saldi. Una possibilità che la Regione Toscana, in accordo con le associazioni di categoria, aveva offerto quest’anno ai commercianti con l’obiettivo di rianimare un mercato quanto mai depresso. Ad esprimersi sulla situazione attuale del commercio nel nostro comprensorio è Paolo Mantovani presidente provinciale di Federmoda Confcommercio Arezzo: “Con queste premesse, è logico che le aspettative degli operatori nei confronti dei saldi invernali 2021 siano abbastanza contenute. Per fortuna la Toscana è gialla da diverse settimane e la gente ha ricominciato a circolare e a fare acquisti approfittando delle promozioni post natalizie che erano e sono in corso”. Le percentuali di sconto dei saldi invernali 2021 saranno da subito molto alte ovvero dal 40% in su, per invogliare i consumatori ad acquistare sin da subito. “Purtroppo, per quanto potranno essere brillanti, i saldi non cambieranno radicalmente un andamento 2020 difficile. Anche se, complice un inverno rigido e piovoso, daranno sicuramente un contributo a migliorare le vendite della collezione invernale”, sottolinea Mantovani. “I capi più ricercati saranno quelli tipici dell’inverno, anche se, uscendo meno e lavorando spesso da casa, le persone chiedono molto anche capi comodi ed utilizzabili nei luoghi chiusi – prosegue il presidente della Federmoda aretina. “Qualche esempio: piumini e maglie, oppure pantaloni modello jogging e scarpe sneakers. Non è detto che vestire comodi significhi necessariamente indossare una tuta. Anzi, dopo tanti mesi di clausura secondo me adesso c’è voglia di abbinare il comodo con il bello e un po’ fashion”. Secondo la Confcommercio aretina parteciperanno ai saldi almeno sei famiglie su dieci, spendendo ciascuna circa 264,5 euro per un totale di oltre 23,4 milioni di euro con un perdita di oltre 9 milioni in meno rispetto allo scorso anno. “Il settore moda, che già veniva da anni difficili, è tra i più colpiti dalla crisi pandemica”, ricorda Mantovani, “stando solo agli ultimi due mesi del 2020, abbiamo avuto perdite di fatturato con percentuali a due cifre: una media del -70% a novembre, quando per molti giorni siamo stati costretti alla chiusura, e una media del -40% a dicembre. Eppure, novembre e dicembre erano i mesi più brillanti per le vendite di calzature, abbigliamento e pelletteria. È stata una vera debacle che ci spinge ora a chiedere misure forti di sostegno per il settore, come la detassazione delle scorte di magazzino, un aiuto per gli affitti, una moratoria su mutui e prestiti. Altrimenti, tante imprese non riusciranno a sopravvivere Poi, c’è bisogno di investire nell’innovazione digitale, su ecommerce ma anche social shopping, ovvero il commercio attraverso i social, che è meno oneroso e quindi alla portata di più aziende”.
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