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Pensieri in libertà di Leonardo De Nicola. “Tutti insieme…..(poco) appassionatamente”

Il governo Draghi, subito definito un po’ impropriamente di “interesse nazionale”, è il terzo esecutivo di questa legislatura fuori dalla righe, anche per un paese abituato alle giravolte ed ai ribaltoni della politica come il nostro. Un governo voluto in primis dal Presidente della Repubblica che ha affidato il suo tentativo allo spirito della costituzione. Ma oggi più che mai ci porta a fare due considerazioni: il ruolo del nostro Capo di Stato è tutt’altro che marginale, come invece ci racconta qualche vecchia leggenda. In secondo luogo le urne ed il parere degli elettori rappresentano un valore sempre meno decisivo.
Per un volta, le buone intenzioni di Mattarella e di Draghi sono finite per convergere con quelle degli schieramenti politici: ma più che i veri interessi nazionali, hanno finito per prevalere e collimare altre cose; la paura del voto visto oramai come la peste bubbonica da tutti, le piccole strategie e gli interessi personali.
Che non a caso hanno riportato alla ribalta in questa crisi due abili giocatori al tavolo come Renzi e Berlusconi. Il primo ha provocato la fine del Conte bis ben sapendo come in politica il prendere tempo sia un elemento fondamentale, e ciò che vale oggi domani non vale più. E dopodomani forse ancora meno .
Il secondo, agendo nello schieramento del centro destra, ha portato persino la Lega a sposare la causa del governo, impedendo di fatto alla vecchia coalizione di centro sinistra l’intestazione del nuovo esecutivo.
Draghi insomma può essere stato un grande elemento di consenso ma ancor più lo sono stati gli interessi di parte e la paura di un voto che avrebbe dimezzato le rappresentanze anche con la prossima riduzione dei parlamentari.
Va poi da se come il ricorso alle urne sarebbe stato improvvido in un momento di emergenza sanitaria, nel mezzo di una crisi occupazionale e in una fase nella quale si dovranno gestire i fondi europei (e anche stavolta si ritorna alle intenzioni di Mattarella e Draghi di partenza, ma non esattamente allo spirito …generale).
Il nuovo governo, che ha un forte radicamento politico (gli esecutivi tecnici, se esistono, si fanno per periodi concordati e per sbrigare alcune necessità), non nasce però nello spirito, per esempio, della grande coalizione tedesca. Anche se si va da Leu alla Lega con la sola esclusione della Meloni e di Fratelli d’ Italia (che sperano un giorno di passare alla ..cassa ) e con 15 ministri politici e 8, per così dire, di espressione più tecnica o manageriale, ma comunque nei posti importanti e decisivi.
Sull’alto profilo si potrebbe stare anche a discutere. Vedremo se la navigazione procederà in acque tranquille o se i rischi dell’implosione interna saranno sempre lì a fare capolino considerando il fatto che troppe persone hanno dovuto baciare il rospo e superare in maniera clamorosa vecchie diatribe .
Per il bene dell’Italia auguriamo comunque al nuovo esecutivo tutte le cose migliori possibili e non è detto che la torta fatta con tanti ingredienti non risulti alla fine anche saporita. Oggi bisogna però anche prendere nota di tante persone sempre più smarrite e che si sentono meno rappresentate dalla politica e da questa politica. Auguroni. Auguroni che oggi voglio estendere a tutti gli innamorati nel giorno della loro festa e agli esercenti e ristoratori toscani, costretti di nuovo ad abbassare le saracinesche. Senza addentrarmi nel perché o nel per come, mi pare di poter dire che i tempi di preavviso in pratica azzerati rappresentano una mortificazione assoluta. Zero buon senso e pochissimo rispetto.

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