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La Csai risponde ai sindaci su Podere Rota: “Ognuno fa le valutazioni che crede, ma non può portare a supporto motivazioni inesatte”

“Vogliamo pensare che nel processo in corso sia fondamentale la corretta volontà di partecipare ad un confronto nei modi e nei tempi previsti. Nel rispetto delle norme e nel merito degli aspetti tecnici siamo e saremo sempre disponibili al dialogo. Ognuno fa le valutazioni che crede, ma non può portare a supporto motivazioni inesatte”. A dirlo, la Centro Servizi Ambiente Impianti, la società che controlla il polo impiantistico di Podere Rota. Il riferimento è alle dichiarazioni rilasciate alla stampa in questi giorni da sette sindaci del Valdarno, fermamente contrari all’ampliamento della discarica. E’ stato innanzitutto ricordato che l’investimento previsto non è di 24 milioni di euro (“come da più parti sottolineato”), ma meno della metà. I 24 milioni sono legati all’intero progetto che coinvolge Valdarno Ambiente, il distretto industriale di economia circolare, e prevede anche la realizzazione di un impianto per la selezione e valorizzazione del multimateriale da raccolta differenziata, il potenziamento dell’impianto esistente di selezione e valorizzazione della carta e cartone da raccolta differenziata, la creazione di un centro di ricerca sulla Green Technology e il rimboschimento di 80 ettari di terreno adiacente il sito di Podere Rota.
“Ci preme sottolineare che oltre agli aspetti prettamente economici ed impiantistici, questo piano industriale interessa il futuro di almeno 100 dipendenti diretti, oltre all’indotto – ha aggiunto la Csai -. Va chiarita anche l’affermazione secondo cui l’ampliamento della discarica non è necessario perché il Valdarno è già autosufficiente nella gestione dei rifiuti urbani. A parte il fatto che l’ampliamento richiesto riguarda i rifiuti speciali (non pericolosi) e continuare a confondere le carte in tavola non giova a nessuno, ma ci corre l’obbligo di segnalare che, anche per quanto riguarda la gestione degli urbani, il Valdarno non è affatto autosufficiente, visto che tutta la raccolta differenziata da anni viene inviata altrove (la carta in Lucchesia, l’organico/umido ad Arezzo, il multimateriale a Pontedera, ecc.) e che l’alternativa salvifica, così spesso evocata, dell’inceneritore di Arezzo per gli indifferenziati non sarà percorribile nell’immediato futuro visti i tempi tecnici necessari per il revamping, che non sono affatto quelli rappresentati ai cittadini”.
La Csai ha ricordato che già agli inizi del 2021 ha chiesto ed ottenuto dalla Regione Toscana il permesso di esportare 20.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati negli impianti dell’Ato Toscana Costa. “Evidentemente già oggi siamo in sofferenza e non proprio autosufficienti come si vorrebbe far credere. Dettaglio non irrilevante poi da non nascondere ai cittadini – ha proseguito la società – è che il ricorso ad impianti fuori ambito non potrà non riflettersi sulle tariffe e quindi sui cittadini stessi e sulle aziende. Non comprendiamo infine la polemica, a nostro avviso solo strumentale, sul mancato coinvolgimento dei comuni e dell’Ato nella decisione di Csai di chiedere l’ampliamento dell’impianto”.
“Alcuni Sindaci hanno lamentato di averlo appreso solo dalla stampa enfatizzando questo aspetto quasi come un reato di lesa maestà. Per dovere di verità e per evitare che si mescolino per altri fini le carte – ha precisato la società -, va detto con chiarezza che i Comuni e l’Ato hanno competenza sulla programmazione e gestione dei flussi dei rifiuti urbani, ma non sui flussi degli speciali (non pericolosi), per i quali è stato richiesto l’ampliamento. Andrebbe invece apprezzato il fatto che con trasparenza e senso di rispetto, prima di depositare il progetto in Regione, abbiamo presentato alla stampa, e quindi all’opinione pubblica, tutto il progetto di sviluppo del Distretto di Valdarno Ambiente, all’interno del quale trova collocazione anche la richiesta di ampliamento di Podere Rota”.
Csai non ha poi compreso altre perplessità espresse da alcuni dei primi cittadini. “A partire dagli ostacoli che l’ampliamento della discarica creerebbe allo sviluppo del turismo, della filiera agroalimentare, dello sport e del benessere, specialmente in quei comuni distanti decine di km da Podere Rota e che non hanno nessun collegamento, né paesaggistico né geologico, con il nostro sito – ha spiegato – . Come pure non comprendiamo oggettivamente la preoccupazione di altri sindaci per l’impatto dell’ampliamento, che ricordiamo rappresenta appena il 15% degli attuali volumi, sulla svalutazione degli immobili nel loro territorio. Queste preoccupazioni sulla tutela dell’ambiente, della salute e dello sviluppo sostenibile del Valdarno non ci pare siano state altrettanto manifestate verso le necessarie bonifiche delle discariche di Santa Lucia, Tegolaia e Forestello o verso impianti industriali ed energetici presenti sui loro territori”.
“Abbiamo infine notato, non senza stupore, – ha concluso Csai – l’atteggiamento pregiudizialmente ostile anche in alcuni Sindaci che oggi pubblicamente dichiarano di opporsi al nostro Piano industriale e che hanno invece chiesto, e ottenuto, e continuano a chiederci contributi economici per iniziative di promozione del loro territorio, quello stesso territorio su cui ci ascrivono, immotivatamente, la responsabilità diretta di un impatto negativo in ambito turistico, ambientale e perfino sanitario”. L’invito rivolto a tutti dalla Centro Servizi Ambiente Impianti è quindi quello di ricondurre il dibattito sui binari della correttezza e, soprattutto, all’interno del percorso partecipativo che la normativa prevede e che la Regione Toscana ha già messo in piedi. “Ci sembra doveroso, poi, riaffermare un ringraziamento alle lavoratrici e lavoratori del distretto che orgogliosamente continuano a svolgere quotidianamente, con impegno e professionalità, il loro lavoro a servizio della collettività e del territorio”.
L’Inchiesta Pubblica avrà inizio il prossimo 25 febbraio e, ha spiegato Csai, risponde proprio alla necessità prevista per legge di garantire a tutti i cittadini interessati di prendere atto di ogni aspetto del progetto di ampliamento e di rappresentare la propria posizione in proposito.
“Ma non basta. Ci sarà poi la Conferenza dei Servizi che prenderà atto di tutte le posizioni dei soggetti istituzionalmente interessati e competenti che, progetto tecnico alla mano, potranno manifestare in quella sede nel merito dubbi, opposizioni e perplessità. Questi due momenti istituzionali di confronto – ha concluso la società – troveranno la sintesi conclusiva nella decisione dell’unico soggetto responsabile della decisione finale che è e resta, appunto, la Regione Toscana. Ribadiamo ancora un volta la nostra piena fiducia nel percorso di partecipazione e condivisione avviato e in quella sede sarà nostro interesse e dovere rappresentare ogni dettaglio del progetto di ampliamento di Podere Rota. Siamo convinti che l’inchiesta pubblica sarà anche un’occasione per fugare infondate paure strumentalmente alimentate”.

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