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Mugnai e Farini rispondono all’opposizione sulla politica culturale: “tanta superficialità, nessun approfondimento”

La sindaca di Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai e l’assessore alla cultura Francesca Farini hanno risposto alle accuse lanciate da esponenti del centro destra sulla politica culturale, in particolare riguardo alla commemorazione del suo cittadino più illustre, Marsilio Ficino.
“Alla luce delle approssimative e superficiali interpretazioni sulle politiche culturali che abbiamo letto nei giorni scorsi ad opera di chi propone di “festeggiare i compleanni” di alcuni nostri illustri concittadini senza alcuna  visione, progettualità e inquadramento più ampio, ma riducendo a macchietta i personaggi storici – hanno detto – corre l’obbligo di fornire alcune doverose spiegazioni e fornire quegli approfondimenti necessari a comprendere la direzione che l’Amministrazione ha intrapreso dal giorno in cui ha illustrato il programma di mandato”.
Mugnai e Farini hanno ricordato che seguire una politica culturale significa raccontare la comunità, raccogliere le istanze di tutte le generazioni che la compongono e dar loro possibilità e occasioni di dialogo e di approfondimento, ma attraverso il loro linguaggio. “Significa analizzare il contesto di riferimento e avvicinare alla cultura nuovi potenziali pubblici, giovanili in primis, attivandoli in prima persona oppure realizzando materiali adatti al target di età che vogliamo coinvolgere, come ad esempio le graphic novel – hanno sottolineato – . Significa recuperare il valore storico, culturale e paesaggistico del territorio e valorizzarlo, con mezzi e linguaggi comprensibili a tutti e con iniziative organizzate in luoghi di aggregazione diversi da quelli abituali, come le frazioni e le biblioteche comunali. Significa coprogettare, ascoltando e coinvolgendo in prima persona i destinatari delle iniziative culturali, primi tra tutti i giovani che, troppo spesso, si sono sentiti trascurati e lontani dalle Istituzioni”.
Sindaco e assessore hanno poi ricordato che è necessario avere una visione della propria città e un orizzonte di sviluppo da seguire, e occorre anche conoscere quali sono gli elementi di eccellenza, quali gli aspetti da migliorare e anche le iniziative culturali da sostituire. “Per fare questo – hanno proseguito – crediamo sia fondamentale analizzare un evento e non semplicemente frequentarlo, come qualcuno ci ha argutamente consigliato: perché, ad esempio, rischieremmo di frequentare Autumnia girando tra gli stand per giorni e giorni e non renderci conto della portata di questa manifestazione, dei suoi numeri, dell’indotto, della filiera e degli attrattori che muove: per farlo serve un’analisi. Potremmo frequentare una mostra con i dipinti degli Uffizi (a proposito, a Figline ne sono già state fatte 3), ma senza un’analisi dettagliata non conosceremo mai il bilancio sociale di questa iniziativa. Frequentare un evento, per chi è chiamato ad amministrare una città – hanno aggiunto – è una condizione essenziale, ma non basta. Chi amministra ha un obbligo in più rispetto alle opposizioni – di cui comunque apprezziamo la goliardia e un accenno di umorismo – ossia l’obbligo di studiare, approfondire, analizzare e poi proporre quella che, in assoluta buona fede, è la propria politica culturale per far crescere il paese in cui vive”.
Mugnai e Farini hanno precisato che nel programma di mandato il capitolo dedicato alla cultura è definito la “rivoluzione della curiosità”. ” Perchè crediamo che la cultura sia alimentata dalla curiosità, dal bisogno di conoscenza, dalla ricerca di riferimenti identitari come collante per la comunità – hanno sottolineato -. E dovrà essere rivoluzionaria anche nei metodi, nell’approccio e nella gestione. Per essere aderenti alle necessità, ai gusti e agli interessi della nostra cittadinanza abbiamo infatti affidato al Centro Studi Turistici una ricerca sui principali eventi della nostra città: sarà un modo per conoscere esattamente quali sono le abitudini di chi frequenta le nostre manifestazioni ma soprattutto per scoprire quali prospettive di sviluppo abbiano per riuscire ad attrarre nuovi segmenti di pubblico. Capiamo che un’analisi del genere sembrerà rivoluzionaria a qualcuno, ma vi assicuriamo che non c’è niente di straordinario: stiamo semplicemente studiando il nostro territorio per riuscire a promuoverlo nel modo migliore e non basando il nostro giudizio sulle sensazioni che arrivano dal frequentare un evento, ma da numeri il più possibile oggettivi”.
Una “rivoluzione della curiosità” che l’amministrazione comunale sta cercando di estendere a molte delle politiche culturali programmate. “Abbiamo cercato di farlo con il Teatro Garibaldi rinnovandolo nei contenuti e nell’offerta, con le piccole grandi soddisfazioni di veder crescere anno dopo anno il numero degli abbonati fino alle cifre record del 2019/2020. Stiamo cercando di farlo con altre tematiche – hanno detto -, utilizzando più linguaggi e più strumenti: il digitale è stato il nostro canale di spicco nella pandemia, grazie al quale la cultura non si è mai fermata, ma sarà anche lo strumento con il quale renderemo Marsilio Ficino e Francesco Petrarca due figure contemporanee, mettendole a disposizione delle nuove generazioni attraverso esperienze virtuali e, nel caso di Ficino, anche con un fumetto nel solco di quanto già fatto con la storia dell’eccidio di Pian d’albero”.
Quando l’emergenza sanitaria sarà finita, sindaco e assessore hanno annunciato che saranno allestite mostre dedicate all’arte classica (una in collaborazione con l’Insigne Collegiata e l’altra promossa dal Comune sui restauri compiuti dal 1980 ad oggi) e all’arte contemporanea. Senza dimenticare il Festival della Cultura Digitale e un percorso sulla fotografia “che, ahinoi, è stato recentemente declassato dai nostri poco attenti oppositori ad un servizio fotografico. In realtà – hanno detto – corre l’obbligo di precisare che si tratta di un percorso che ha già richiesto il coinvolgimento delle associazioni fotografiche della città che per l’occasione si confronteranno con il collettivo TerraProject”. Mugnai e Farini hanno ricordato che si tratta di un gruppo di fotografi di fama nazionale e internazionale (“alcuni di loro si sono aggiudicati una categoria del World Press Photo, che molti ricorderanno per la famosa foto di Massimo Sestini a tema migranti resa nota da alcune cronache giornalistiche per il suo uso improprio”) che immortalerà la città a 10 anni dalla campagna fotografica realizzata da Gianni Berengo Gardin e a 40 anni da quella realizzata da Paolo Monti. Sarà un modo di raccontare il territorio con occhi diversi e si concluderà con una mostra al Palazzo Pretorio e con la produzione di un catalogo.
“Avendo sfiorato il tema dell’arte – hanno continuato – , ci preme sottolineare come ci sia sembrata improvvisata l’ipotesi “Uffizi diffusi”. Non c’è un bando, non c’è una strategia territoriale, non c’è niente se non l’iniziativa di alcuni Comuni di candidarsi ad ospitare delle opere provenienti dalla Galleria. Crediamo che, per i motivi espressi finora, serva invece una strategia che interessi tutto il territorio e che tenga unite tutte le opere che dagli Uffizi prenderanno la strada dei vari musei cittadini della Toscana. Solo così potremo fare sistema promuovendo l’arte e i territori che la ospita: per questo abbiamo posto alla Regione e ai Comuni aderenti al Sistema Museale Chianti-Valdarno la richiesta di creare le condizioni per un’azione corale che esalti davvero il patrimonio artistico di una delle gallerie più famose al mondo”.
Giulia Mugnai e Francesca Farini hanno quindi accusato l’opposizione di aver liquidato con un semplice post su Facebook le politiche culturali e turistiche del Comune, senza approfondire le tematiche e trattando gli argomenti con “una superficialità tale da non comprendere neanche il merito di quanto proposto dall’Amministrazione”.
Si sono detti comunque disponibili ad un confronto, ribadendo quale è il loro obiettivo: “quello di proseguire sulla strada di una cultura popolare che sia per i molti e non per i pochi, che oltre a coinvolgere i cittadini nella mera fruizione, sia opportunità di partecipazione attiva, di sviluppo e lavoro, che faccia crescere il capitale sociale delle persone e della comunità, che sviluppi processi di comprensione, inclusione, coinvolgimento e partecipazione. Ogni investimento in cultura ha un ritorno potente in termini di costruzione di una comunità e di capacità di promuovere valori fondamentali, anche nelle generazioni più giovani”.

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