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Disoccupazione in crescita in provincia di Arezzo. Binazzi Cna: “Inaccettabili i ritardi nell’erogazione della cassa integrazione”

“A febbraio la cassa covid non è ancora arrivata lasciando a bocca asciutta i dipendenti da ormai oltre 4 mesi e le aziende in forti difficoltà”. A denunciare l’ennesimo ritardo è Franca Binazzi, presidente Cna Arezzo: “Paradossale – afferma – che le risorse stanziate dal Decreto Agosto e quindi già contabilizzate non siano arrivate. Il mancato accredito da parte del Ministero nei conti correnti del Fondo nazionale dell’artigianto FSBA sta impedendo l’erogazione delle prestazioni relative al saldo del mese di ottobre 2020, novembre e dicembre”.
Integrazioni salariali che nell’artigianato in Italia riguardano circa 179.000 lavoratori e 73.000 imprese, per un totale di 266 milioni di euro. La Regione Toscana è prima in classifica, a pari merito con le Marche, per destinazione di questi fondi con il 10% (26 milioni), di cui circa 3 milioni destinati alla provincia di Arezzo, al secondo posto regionale insieme a Prato.
“Il continuo avanzare dell’emergenza sanitaria – prosegue Binazzi – si riflette inevitabilmente in maniera negativa sulle attività economiche che continuano a viaggiare a regimi parziali quando va bene e bassissimi quando va male. La tanto declamata semplificazione continua a non intravedersi all’orizzonte. Ancora una volta gli ammortizzatori covid si rivelano strumenti importanti per far fonte alla crisi ma è fondamentale procedere subito alla sburocratizzazione di procedure probabilmente superflue in una fase emergenziale come questa per consentire la massima velocità nella erogazione delle prestazioni”.
Le aziende artigiane del territorio aretino che a metà febbraio erano ricorse al fondo bilaterale di integrazione salariale sono aumentate a 2.818 (a inizio dicembre erano 2.743). Tanti sono quindi gli accordi sindacali siglati presso l’ente bilaterale provinciale dell’artigianato per un totale di 11.274 dipendenti coinvolti (a inizio dicembre erano 11.006). Il settore più colpito è sempre quello orafo argentiero con un’incidenza del 24% con 658 ditte che hanno fatto ricorso all’ammortizzatore e 2.632 addetti coinvolti; da solo supera l’intero comparto moda (tessile, abbigliamento, calzaturiero, pelletteria) che si attesta al secondo posto della drammatica classifica provinciale con il 23% di incidenza. Seguono meccanica e autoriparazione e servizi alla persona che in totale rappresentano il 28%.
“Occorre agire presto e bene, anche in un’ottica di riforma degli ammortizzatori sociali, di interventi per la formazione e la ricollocazione delle persone, alla luce dei dati degli iscritti allo stato di disoccupazione in provincia di Arezzo: al 31 gennaio 2021 sono 51.627 di cui 29.183 donne e 22.444 uomini. Purtroppo, nonostante il blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori covid, il dato è in aumento dell’1,5% rispetto al 31 gennaio 2020 quando si avevano 50.869 iscritti di cui 28.722 donne e 22.147 uomini. E’ amaro constatare che anche in questo caso la componente femminile risulta la più penalizzata dalla crisi”, conclude la presidente.

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