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Zona rossa. Il sindaco di Terranuova risponde a tutti i dubbi e conferma: “io non avrei chiuso le scuole”

Ieri sera il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha comunicato ai sindaci della provincia di Arezzo che da lunedì l’intero territorio andrà in zona rossa. Una decisione che ha provocato non poche polemiche tra i cittadini che, soprattutto sui social, hanno manifestato la loro delusione. In questi casi ci si rivolge al sindaco, che è l’interfaccia principale verso le istanze della popolazione e Sergio Chienni, primo cittadino di Terranuova nonché presidente della Conferenza dei Sindaci del Valdarno, ha fatto chiarezza anche sulle competenze. “A chi mi scrive invitandomi a fare ordinanze di apertura di tutte le scuole rispondo che non ho la possibilità di farlo – ha detto -. In questa materia i provvedimenti normativi li stabilisce il Governo e li applica la Regione. Il Presidente Giani ha fatto un passaggio di ascolto dei sindaci poi come compete al suo ruolo ha scelto ciò che reputava più opportuno”.
“Cosa avrei fatto se le norme le avessi potute scrivere io? Come già scritto più volte nei giorni scorsi, avrei tenuto aperte le scuole perché a Terranuova allo stato attuale abbiamo solo due casi su 1200 alunni”, ha spiegato Chienni. Riguardo poi ai motivi che hanno spinto la Regione Toscana a non lasciare in zona arancione i comuni, come Terranuova, che sono sotto la soglia di incidenza del virus, il sindaco ha chiarito un aspetto fondamentale.
“Il Decreto Legge di ieri ha stabilito che il Presidente della Regione non può agire per singoli Comuni ma per Province o al limite per aree (articolazioni territoriali). Per quanto riguarda il Valdarno – ha precisato -, se avesse considerato la Provincia (come poi effettivamente ha fatto) la soglia risulta sforata con 266 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e quindi zona rossa per tutti i Comuni; se avesse preso in considerazione l’area del Valdarno Aretino l’esito sarebbe stato lo stesso perché il Valdarno (con soli tre Comuni sotto soglia, tra cui il nostro, e tutti gli altri sopra) ha un parametro di 270”.
La Regione chiederà comunque al Ministero di tenere aperti nidi e scuola dell’infanzia. “Lo abbiamo chiesto perchè sono contesti dove la didattica a distanza è sostanzialmente infattibile – ha concluso Chienni -. A chi mi scrive che sarebbe stato necessario anche per le primarie rispondo che concordo, perché anche lì la DAD è difficile. È un’osservazione che è stata fatta durante la riunione, è stato risposto che il Ministero ha dati che vedono le primarie come luogo di maggiore potenziale diffusione rispetto ai bambini più piccoli e non è disposto a confrontarsi su una deroga per le primarie. E la stessa cosa vale per le secondarie”.

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