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Il Pci del Valdarno Fiorentino: “La Sindaca Mugnai nicchia dietro le rassicurazioni del Presidente Giani, noto epidemiologo”

“È stupefacente la comunicazione del Sindaco di Figline e Incisa, e questa volta il maschile è legato alla incapacità trasversale nel genere umano. Mentre San Giovanni diventa zona rossa, il nostro Comune nicchia dietro le rassicurazioni del Presidente Giani, noto epidemiologo, che sostiene che, avendo superato di poco i 250 casi, non è necessario dichiarare zona rossa il nostro Comune. Peccato che il CTS sia stato molto chiaro sulla questione: a 250 casi si chiude senza interpretazioni”.
A sottolinearlo il Partito Comunista Italiano, sezione del Valdarno Fiorentino, che ha accusato Giulia Mugnai, tra l’altro, di aver omesso, nella sua dichiarazione, che alcune scuole sono già nei fatti in zona rossa e quindi chiuse a partire da oggi. Nella comunicazione inviata alla stampa la sindaca Giulia Mugnai aveva comunque precisato il via libera alla didattica in presenza ad accezione della scuola media Alighieri di Incisa e della scuola media Da Vinci (sede di Figline) dove, a causa della quarantena imposti a diversi insegnanti, non è possibile garantire la didattica in presenza.
“Nulla ci racconta della situazione dell’ospedale, ormai al collasso con tutti i posti letto Covid occupati – hanno aggiunto i comunisti -. La situazione in Toscana non differisce dalle altre regioni, non a caso le zone rosse hanno colpito le provincie di Prato Pistoia, Arezzo. Il senso dell’accanimento a non emanare le restrizioni non ha apparentemente giustificazioni di merito. Da circa una settimana è praticamente impossibile prenotare il vaccino, gli ospedali sono vicini al collasso e nessuno si preoccupa del fatto che (purtroppo) la salute dei cittadini non sia legata solo al Sars CoV2”.
“Inutile dire che fino a quando si preferirà la produzione alla salute non avremo alcuna possibilità di uscirne il prima possibile – ha concluso il Pci -. Da un lato il richiamo costante delle amministrazioni, compresa il nostro sindaco, e dall’altro la genuflessione a Confindustria: il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ad un anno dall’inizio della pandemia non sappiamo cosa accadrà domani. I sindaci avrebbero potuto fare la differenza, ma hanno preferito delegare le loro prerogative ad interessi di bottega”.

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