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Infiltrazioni della criminalità organizzata. Libera Valdarno: ” Non siamo sorpresi”

“Le notizie delle ultime ore che stanno riguardando molte parti della Toscana su fenomeni importanti di infiltrazioni mafiose, da cui purtroppo non è esente il Valdarno Aretino, altro non sono che la conferma di quanto da anni, le forze dell’ordine, la magistratura e le associazioni dell’antimafia come Libera vanno ripetendo in ogni sede e in ogni occasione anche nel nostro territorio”. Lo ha detto il coordinamento valdarnese di Libera, che ha ricordato un recente incontro con gli studenti di una scuola di Reggello. “Spiegavamo ai ragazzi di quanto importante sia lo snodo di Livorno per il traffico di stupefacenti, di quanto forte sia il tema del traffico dei rifiuti industriali anche in Toscana, di come la corruzione sia ormai diventata la nuova forma di intimidazione che personaggi senza scrupoli portano avanti all’interno del tessuto economico e imprenditoriale della nostra regione – ha sottolineato Libera -. Alcuni di questi elementi emergono con forza anche da quest’ultimi eventi. Le indagini sono in pieno corso e dunque non possiamo che fare una riflessione generale su quanto stia accadendo. Non possiamo, però esimerci dal riaffermare la nostra preoccupazione per un quadro sociale sempre più allarmante anche in Valdarno e dove l’impoverimento economico, culturale e di valori, a cui stiamo assistendo, crea le premesse e un terreno fertile per la diffusione di fenomeni di infiltrazione mafiosa, che ormai sono quasi all’ordine del giorno”.
Libera ha voluto rivolgere un primo pensiero alla magistratura e alle forze dell’ordine per il lavoro che quotidianamente stanno facendo, anche nella vallata. “Con la loro azione, oltre a salvaguardare la legalità di un territorio, stanno inviando un messaggio forte anche a tutti noi che viviamo in queste comunità, spronandoci a un impegno di cittadinanza attiva che dobbiamo essere in grado di recepire – ha spiegato l’associazione -. Il secondo pensiero va al mondo politico e amministrativo della nostra Toscana, purtroppo colpito da queste indagini (e non solo da queste), che è chiamato a reagire e ad attivarsi per aiutare la società civile a riscoprire i valori condivisi di una comunità. Lo invitiamo a vigilare sul fronte degli appalti, anche attuando i patti di legalità con le prefetture, per cercare di prevenire ogni forma di illecito su questo fronte. Non possiamo poi non rivolgerci poi al mondo imprenditoriale, delle professioni e delle associazioni di categoria, perché riesca al proprio interno a emarginare tutti coloro che, in vario modo e a vario titolo, mettono a repentaglio i principi e i valori che ispirano il mondo economico e che rischiano di far ammalare gravemente la nostra economia. Infine – ha aggiunto Libera – ci rivolgiamo a tutto il modo associativo e sindacale, perché insieme si possano attuare strategie e percorsi comuni per la difesa dei diritti delle persone e delle lotte alle diseguaglianza”.
L’associazione ha ricordato che alcuni giorni fa, in occasione degli incendi che avevano colpito due fabbriche a Levane, aveva evitato qualunque supposizione sulle indagini in corso, convintadella grande professionalità e competenza delle forze dell’ordine e della magistratura. “Ora arriva questa indagine che deve aprire gli occhi a tutti coloro che amano il Valdarno e spingere a una riflessione su quanto accade anche da noi. Dalla lettura dei tre dossier scritti dal nostro Fulvio Turtulici – ha spiegato Libera – , emerge chiaramente una situazione che ci interroga tutti e ci spinge a conoscere più a fondo le dinamiche in corso anche qui da noi. Da parte nostra continueremo a vigilare, a raccontare cosa accade, a stare in stretto contatto con le forze dell’ordine e con la magistratura, ad andare nelle scuole e spiegare ai nostri ragazzi come oggi le mafie si muovono, a organizzare incontri e momenti di riflessione sulle dinamiche sociali ed economiche, a lottare contro le disuguaglianze sociali, a dare la nostra disponibilità per affrontare insieme come comunità questi temi per costruire un futuro dove le mafie trovino un terreno che le sappia rifiutare”.

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