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L’altra domenica di Leonardo De Nicola. La grande assenza…..

Non sappiamo, al momento, quale sarà il verdetto finale del campionato di serie D: da una parte il Trastevere capolista ma con il freno a mano tirato, dall’altra il Montevarchi in piena salute e che ora annusa e sente il sangue della preda. Non possiamo neanche sapere cosa accadrà intorno alle 17, però siamo certi come la città avrebbe vissuto queste ore della domenica mattina….Gente con la sciarpa al collo a consumare nei bar (all’ esterno), cappuccino e cornetto, motori accesi dei pullman e striscioni srotolati dagli ultras della “sud “: tutti pronti per raggiungere Roma inondata o forse no dal sole primaverile in un pellegrinaggio vecchia maniera.
E chissà se il campo degli avversari, piccolo e con il terreno in sintetico (che io detesto) sarebbe bastato a contenere le centinaia di tifosi in arrivo dal Valdarno con il cuore gonfio di speranza in vista di un insperato deja vu.
Ed invece nulla di tutto ciò: dalle 15 tutti magari davanti ai televisori, ai tablet, ai telefonini oppure ad ascoltare la cronaca per radio di un vecchio cantore delle vicende aquilotte come Giustino Bonci. E oggi il Montevarchi si gioca si una bella fetta di promozione (spiegabile nei numeri): se invece (nessuno ce ne voglia) andiamo a soppesare la storia dei due clubs ..non c’è davvero partita. Di qua una società grondante storia e seguita dalla sua gente, di là una realtà emergente ma forse ancora catalogabile in quella galassia di squadre capitoline che hanno ballato una sola stagione (Tevere, Almas, Cisco, Bancoroma, Omi, Mater, Casalotti e la lista potrebbe essere persino più lunga).
Ma al di là di tutte le considerazioni del caso, ed in tempi certo non facili per lo sport periferico e locale, oggi siamo al cospetto di un grande assente, il cui silenzio fa un pesante rumore….il pubblico. Ed è questo un altro degli effetti negativi, seppur meno importanti, della pandemia in corso, che in assenza della gente dagli stadi va a colpire società come il Montevarchi e la stessa Sangiovannese. La storia, il seguito di spettatori seppur in parte eroso negli ultimi anni, sono elementi sostanziali che danno forza e coraggio a queste realtà in momenti non certo facili come questo .
I rossoblù, per esempio,che hanno recuperato maglie e simboli della tradizione (dettaglio non di poco conto) oggi viaggiano spinti anche dai giganti del loro passato. Il Montevarchi dei favolosi anni 30 che sfiorò la serie cadetta, quello di Busoni e Pieraccioli dal tragico destino. Capitan Ensoli e Ivo Isetto, i rossoblù degli spareggi vittoriosi a Firenze, Pistoia, Empoli, quelli del goal di Piero Bencini a Genova sotto la “nord”. E Costanzo Balleri, se non il più grande ma il più amato fino all’idolatria, e la domenica dello straordinario esodo a Lugo con Piero Braglia e la conquista della C1.
Giocatori che hanno onorato la maglia scudata in ogni categoria, perché la storia è fatta di alti e bassi per tutti. E i dirigenti illuminati ed appassionati che ne hanno propiziato i trionfi e perpetuato così le gesta. Cronisti con il quale abbiamo diviso lo scranno anche di scomode tribune. Ricordo Romano Alfieri, Mario Parigi, il mio Roberto Marrubini, che con coraggio e speranza guidai alla prima radiocronaca in Sardegna, lui rappresentante nell’isola lì per lavoro ma con un passato di speaker radiofonico.
Ed ovviamente i tifosi e le figure che hanno ruotato intorno alla società nel corso degli anni, 119 per la cronaca. Le persone che ancora ragazzi hanno per la prima volta varcato i cancelli del Brilli Peri magari tenendo la mano del babbo o del nonno e che oggi si ritrovano adulti se non già anziani ricordando le tante partite e coloro che se ne sono andati per sempre .
Per tutto questo e altro faccio fatica a immaginare le stesse cose sul campo avverso: e cioè valori simili di un passato glorioso e non aleatorio ma, come detto, sostanziale e propedeutico per il futuro stesso. Scrivo tutto questo come si sa da sangiovannese nato in via della Madonna all’ombra della basilica e del campanile, tifoso dei miei cari azzurri e rivale sportivo dei rossoblù. Ma proprio la mia vecchia militanza mi porta, senza presunzione, ad interpretare gli stati d’animo di qualsiasi sostenitore. Ed è dunque così che mi sono immaginato la giornata dei tifosi montevarchini, una domenica tanto bella che sarebbe andata persino oltre l’esito finale della partita stessa. Vissuta oggi comunque con il brivido delle antiche emozioni….

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