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San Giovanni: celebrazioni per la Festa della Liberazione e l’eccidio di Santa Lucia

Una due giorni per celebrare la Festa della Liberazione e commemorare le vittime dell’eccidio di Santa Lucia. A San Giovanni il programma promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con Anpi Valdarno anche quest’anno inizierà con un momento condiviso con il Comune di Cavriglia. Domani, alle 9,30, il sindaco Valentina Vadi, insieme al collega Leonardo Degl’Innocenti o Sanni e al presidente di Anpi Giuseppe Morandini, si recherà al Cippo di Santa Lucia per ricordare l’eccidio del 24 luglio 1944 nel quale furono fucilati dai fascisti il giovane comandante Gian Maria Paolini, medaglia d’argento e della Resistenza, e i due partigiani Settimio Berton e Francesco Fiscaletti.
Domenica 25 aprile, alle 10, Vadi e Morandini deporranno corone di alloro al Sacrario dei Caduti del cimitero urbano della città e sotto il loggiato di Palazzo di Arnolfo. Le celebrazioni, a cui sono state invitate le autorità militari e civili e le associazioni combattentistiche, si svolgeranno nel rispetto delle norme anti Covid e senza la presenza del pubblico.
“Anche in questo secondo anno di emergenza sanitaria – ha affermato la prima cittadina – non abbiamo voluto mancare, come amministrazione comunale, dall’onorare le celebrazioni della Festa della Liberazione che costituisce una ricorrenza importante per il nostro Paese”.
“La Resistenza e la Liberazione – ha proseguito – costituiscono le radici del nostro presente, e ognuno di noi, al di là delle appartenenze ideologiche, può dire a ragione di ‘essere nato il 25 Aprile’, perché a partire da quella data per il nostro Paese cominciò una storia nuova, dopo oltre vent’anni di dittatura fascista e dopo cinque anni di una guerra disastrosa. E questo vale per l’Italia, per la Toscana e per il Valdarno. Il nostro è stato un territorio che ha dato un contributo significativo alla lotta partigiana contro i tedeschi e i fascisti: tanti giovani, animati da valori ed ideali di libertà, uguaglianza, giustizia sociale e solidarietà partirono, dopo l’Armistizio, alla volta dei monti ed entrarono nelle brigate partigiane. E una volta liberata San Giovanni e il Valdarno nell’estate del 1944, nel febbraio del 1945 partirono di nuovo per dare il proprio contributo per la liberazione delle città e delle terre oltre la linea gotica, ancora occupate dai nazifascisti. In questo 25 aprile – ha concluso – un pensiero particolare vorrei indirizzarlo alla memoria dei sangiovannesi e dei valdarnesi caduti per la libertà. A tutti loro, e a quanti come loro non dubitarono neppure un attimo da quale parte stare e combattere dopo l’8 settembre del 1943, va tutta la nostra gratitudine e il nostro autentico sentimento di riconoscenza”.

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