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Bekaert: il sindaco Mugnai risponde ai lavoratori. “E’ il tempo delle risposte per loro e per la città”

Il sindaco di Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai risponde alla lettera dei lavoratori della Bekaert inviata ieri ai primi cittadini della valle e delle zone limitrofe, alla Città metropolitana di Firenze e alla Regione Toscana.
“Li ringrazio e li stimo profondamente per come in questi anni hanno saputo portare avanti la loro protesta, con convinzione, costanza, dignità – afferma Mugnai – Ora sono preoccupati, affaticati e ci chiedono giustamente soluzioni concrete per il loro futuro. Non si può più aspettare, non si può più rimandare, non bastano più gli appelli. È il tempo necessario delle risposte. Ne hanno diritto i 120 lavoratori ancora in carico alla vertenza, le loro famiglie, la nostra città”.
Dopo aver ribadito che occorre trovare una soluzione per la rinascita di una fabbrica strategica per l’intera vallata, la sindaca ha accolto la richiesta dei dipendenti al mondo istituzionale di lavorare in sinergia con i sindacati per individuare alternative occupazionali “per mettere in sicurezza chi è coinvolto nella vertenza”.
“Allo stesso tempo – riprende – devo necessariamente sollecitare che arrivi una proposta vera di investimento e reindustrializzazione per lo stabilimento. Deve esserci una ripartenza dell’area produttiva, altrimenti gli impatti ambientali e urbanistici di quei 60.000 metri quadrati abbandonati ricadranno solo e soltanto sulle spalle della nostra comunità. Negli ultimi tempi sembra che l’attenzione delle istituzioni e della politica sulla vertenza sia scemata, tanto da non considerarla neppure tra le priorità nel calendario dei prossimi tavoli del MiSE. Non posso permetterlo e per questo continuo a battermi, continuando a sollecitare tutte le istituzioni superiori, in primis il Ministero. Serve ora più che mai un impegno dei rappresentanti istituzionali e anche dei partiti politici perché sulla vertenza non si spengano i riflettori, perché il grido di aiuto di un territorio venga ascoltato, perché i lavoratori e la città non vengano abbandonati”.

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