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Addio a Franco Battiato. Il ricordo di Leonardo De Nicola

Era nato a Riposto in Sicilia, il paese caro ai Malavoglia di Giovanni Verga, Francesco “Franco” Battiato, che ci ha lasciati oggi dopo una lunga malattia . Un giano bifronte della nostra musica oppure, se preferiamo rimanere nella sua amata terra natia, uno nessuno e centomila. Difficile davvero incasellarlo in un genere musicale definito, lui che è passato dall’avanguardia alla sperimentazione, dalla canzone d’autore al grande successo popolare. Cantautore, compositore, musicista, ma anche regista e pittore senza mai avere il timore di un inquinamento artistico o che una cosa andasse a discapito dell’altra. Lo spazio ed il tempo della sua musica sono allo stesso modo difficilmente collocabili in una datazione precisa e soprattutto legata ad uno stile o una moda particolare.
Negli anni 70 e 80 ebbe uno straordinario successo per così dire “commerciale” con album e canzoni che resteranno nella storia della nostra musica come “Centro di gravità permanente”, “L’era del cinghiale bianco”, “Voglio vederti danzare”, “La cura”. Ma anche all’apice della sua popolarità mai smise il suo percorso di ricerca e anche quella necessità spiazzante di cambiare lo spartito. Dopo il grande successo uscì con un pezzo. “L’anima dolorante di Nietzsche” che con le sue sinfonie spiazzò letteralmente la critica ed i fans. E perciò la definizione di “artista” è quella che oggi meglio ricorda il personaggio.
Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale …ed io avrò cura di te …
Ciao Franco.

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