Cerca
Close this search box.

50 anni fa moriva Armando Picchi. I suoi legami con i valdarnesi Bartoli e Landini e con Lupo Balleri

Sarti, Burgnich, Facchetti… l’incipit di una delle formazioni più note della storia intera del calcio, una litania ripetuta mille e più volte da tutti gli sportivi e non necessariamente a tinte neroazzurre. Per un incredibile gioco del destino, nel giorno del cinquantesimo anniversario della scomparsa di Armando Picchi, se n’è andato anche Tarcisio Burgnich, difensore di grande forza e temperamento, persona leale e uomo di sport. È scomparso in Versilia, cioè a pochi chilometri di distanza da quella Livorno che si prepara a ricordare il capitano per antonomasia dell’Inter, figlio illustre della città. Inevitabile che, al ricordo di Armando, si sovrapponga adesso anche quello di Tarcisio….insieme di nuovo, dopo aver fatto mille e mille battaglie sul campo di gioco. Picchi sarà ricordato con una gabbionata ai bagni Fiume, là dove in riva al mare il capitano della grande Inter amava portare i compagni di squadra dell’epoca. Ed erano formidabili battaglie contro le squadre di giocatori “indigeni” che spesso riuscivano persino ad avere la meglio nei confronti dei più quotati avversari. L’abitudine al calcio nel gabbione, dove il pallone non esce mai, il calcolo dei rinterzi e dei rinquarti avevano la meglio sulla maggior classe e sulla tecnica sopraffina dei vari Suarez, Corso ecc. E poi tutto finiva con un bel bagno in mare e l’ immancabile cacciuccata per quello spirito tutto labronico che rende la città e i suoi abitanti per molti versi unica.
E Armando Picchi era straordinariamente legato a Livorno: con la maglia amaranto fasciata dal suo corpo nervoso e giovane mosse i primi passi calcistici insieme al sangiovannese Piero Bartoli ed a un altro ragazzo del vivaio destinato poi a divenire un idolo della Montevarchi del pallone, Costanzo Balleri, con cui giocò, prima a Ferrara poi nell’Inter non ancora assunta al ruolo di dominatrice in Italia ed in Europa: e di quella squadra poi divenuta leggendaria Picchi fu il vero capitano sul campo e fuori, spesso contravvenendo agli ordini del mago Herrera che, si dice, dalla panchina non capisse molto il gioco e cosa stesse accadendo. Episodi e aneddoti che mi ha confermato più tardi il mio caro Spartaco Landini che di quella squadra fu protagonista per cento volte. Picchi si innamorò di una modella vista sulla copertina di una rivista e la sposò: sarebbe di certo anche diventato un bravo allenatore, di prima fascia, se la malattia non lo avesse colto nel 1971 a neanche 40 anni di età….quando guidava la Juventus che aveva nelle proprie fila anche Fausto Landini, fratello di Spartaco ed arrivato in bianconero dalla Roma insieme a Capello e Spinosi.
Livorno ricorderà il caro Armando con una serie di manifestazioni alle quale prenderà parte anche l ex presidente interista Massimo Moratti: e ci saranno figli calcistici altrettanto illustri come Allegri, Pavoletti, Chiellini, Lucarelli, tutti uniti nel ricordare il più celebre ed amato. Un grande livornese e un grande toscano. Questo è anche stato il capitano dell’Inter più grande di sempre.

Articoli correlati