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L’altra domenica di Leonardo De Nicola. La tragedia nella normalità…

Molti fra di noi, compreso il nostro direttore, hanno avuto modo di raggiungere il Mottarone attraverso la panoramica funivia che sale dall’abitato di Stresa. Da lassù, soprattutto nelle giornate più terse, si gode un panorama di incomparabile bellezza: i laghi Maggiore e d’Orta, la grande catena alpina con il Cervino ed il Rosa e giù in fondo la pianura punteggiata da fiumi e città. Anche la scorsa domenica tante persone sono salite sulla cima, bramose di riappropriarsi di una normalità troppo a lungo forzatamente negata. Finalmente una bella gita con il sole, famiglie, bambini, coppie di fidanzati. Un momento insomma atteso a lungo e di nuovo goduto. Ed invece… un cavo che si spezza, la cabina oscillante e poi il tonfo nel vuoto laggiù là dove la natura rigogliosa ed il panorama sublime non parlano di sangue e di morte ma di gioia.
Una giornata di rinascimento per tutto il paese, forse la prima per davvero ed invece…vite spezzate e non dal covid, ma da un tragico ed evitabile accadimento. Evitabile si, come confermato dalla successiva inchiesta che ha parlato di evidenti negligenze da parte dei gestori con i freni bloccati per non compromettere il regolare esercizio della stessa funivia. Non appartengo alla schiera di coloro che per forza di cose associano sempre ad ogni lutto una responsabilità precisa ma, in questo caso, e nel 2021 (con la tecnologia di aiuto) sembra davvero impossibile come una cabina non possa rimanere sospesa in caso di guasto e senza venire giù…
Il caso di domenica dimostra, come ha detto il procuratore di Verbania, uno spregio alle più elementari regole manutentive e della sicurezza. Ed è certamente qualcosa di imperdonabile che il paese non può permettersi.

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