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40 anni fa la morte di Rino Gaetano, troppo grande per essere capito dal suo tempo

40 anni fa moriva Rino Gaetano, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano, grande cantautore italiano. Dietro l’apparente leggerezza delle sue melodie un mondo intero: la denuncia sociale, la disperazione degli ultimi, lo sguardo di chi aveva visto lontano in anticipo dal suo tempo. Fuori dagli schemi, dalla canzone cosiddetta “impegnata” per definizione tanto in voga all’epoca, ma profondissimo, coraggioso, anticonformista non per scelta ma per vocazione.
Cercate Rino nelle sue canzoni meno famose eppure bellissime e struggenti: quando tutti partono incendiari e finiscono pompieri, quando solo il cane spezza la solitudine e la cattiveria di chi c’è intorno a noi. Quando si van contro le mode imperanti e si può vivere cento anni anche senza leggere Freud oppure parlare liberamente senza recinti sfidando la censura. È la complessità dolorosa di un non catalogabile, un isolato, un anarchico che ha sfidato le mode e i modi comuni. Un giullare dall’animo triste, uno che ha fatto della sua musica un’eterna contemporaneità ed è per questo che le sue canzoni sono conosciute e cantate da intere generazioni. A mano a mano ti accorgi che il tempo quarant’anni fa ci portò via un fiore giovane dall’animo grande e dal talento straordinario. Ho amato ed amo Rino e la sua libertà.

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