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Anche il Panathlon Club Valdarno festeggia i 70 anni di fondazione dell’associazione

Sono passati 70 anni dalla fondazione del Panathlon International e anche il sodalizio valdarnese, presieduto da Siro Pasquini, festeggerà assieme ai quasi 300 club sparsi in quattro continenti e ventisette nazioni. Come ha ricordato Pasquini, l’anniversario cade in un momento drammatico anche per la vita sociale del club, con la pandemia che in questo anno e mezzo ha azzerato ogni forma di conviviale. Ma sono stati mesi difficili anche per il mondo dello sport. “Questa ricorrenza – ha aggiunto – vuole quindi essere anche un segno di ripartenza”.
Era il 12 giugno 1951 quando Mario Viali a Venezia decise di mettere le basi ad un dialogo fondato sulla passione sportiva con alcuni amici e rappresenti di varie discipline. Il motto ‘ludis jungit’, Uniti nello sport, indicò subito la comunione di intenti e valori espressi dallo sport. Il nome ‘Panathlon’ pensato da Domenico Chiesa proiettò quell’idea nel firmamento olimpico, accomunando tutti gli sport. Oggi l’associazione è riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale, e porta il suo contributo di idee e valori all’interno della commissione per la cultura e lo sviluppo dell’ideale olimpico, nonché dai Comitati Olimpici nazionali come ente benemerito.
“La sua missione – ha aggiunto Pasquini – è trasversale alle discipline e agli eventi dello sport, attività non marginale ma fondamentale per l’educazione dei giovani e per la costruzione di una società fondata su valori etici e morali duraturi e sull’accesso allo sport come diritto naturale, in particolare per i più svantaggiati. Importante anche il ruolo di sentinella e presenza di contrasto etico e morale all’agonismo sempre più spinto, al doping e ai pesanti condizionamenti economici e finanziari nello sport. Ogni club – ha concluso – esercita questo impegno attraverso incontri, ricerche, pubblicazioni, premi e borse di studio per chi eccelle nello sport e nella scuola esaltando i valori della correttezza e del fair-play. Un ruolo sempre più riconosciuto non solo dagli organismi sportivi, ma anche dalle istituzioni pubbliche che hanno a cuore la crescita dei giovani in una società pulita”.

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