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L’altra domenica di Leonardo De Nicola. “E chi ci sta?”

Il sindaco di una grande città italiana guadagna oggi meno della metà di un parlamentare, magari pure assenteista.
Con una sproporzione clamorosa in merito alle responsabilità e alle competenze, e questo già di per sé basta e..avanza a scoraggiare le candidature per i comuni. C’è insomma una sovraesposizione delle responsabilità civili, amministrative e soprattutto…penali che merita una seria riflessione e c’è un sistema che necessita di un riallineamento dei ruoli.
L’avviso di garanzia inviato alla sindaca di Crema Stefania Bonaldi a causa del ferimento di un bambino ad un portone dell’asilo è apparso come il punto di non ritorno di un sistema discutibile e sul quale molto influisce un nuovo modo di pensare ed agire che potrei definire “pericoloso”. “Non si può più andare avanti così”, ha dichiarato testualmente il sindaco di Milano Beppe Sala ed è onestamente difficile non dargli ragione. C’è in giro un’isteria collettiva ed una sete giustizialista che non sempre aiuta a vedere le cose per il verso giusto: ogni episodio negativo viene associato anche ad una colpa originaria. La lista degli accusati ogni giorno è lunga e variegata con una citazione particolare per i professori scolastici, i medici e, ovviamente, i sindaci irresponsabili di turno.
Il rimedio a questa deriva non è la superficialità o il…tutto bene Madama la marchesa, ma certamente viviamo in un tempo “esagerato”.
La continua ricerca di un colpevole ad ogni costo rischia di provocare un corto circuito che, nel caso della pubblica amministrazione, si traduce nella sindrome della “firma”, e cioè di quel meccanismo per cui i dirigenti ed i funzionari di un ente rallentano il percorso di un pubblico appalto perché temono ripercussioni civili e penali legate all’atto stesso che si andrebbe a firmare. Si parla molto, persino troppo, di riforma della giustizia. Pensare ad una giustizia “giusta” vuol dire per me anche capire che non sempre tutte le istanze possono essere oggetto e causa di denuncia. Il rischio di bloccare un intero paese è evidente.

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