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“L’altra domenica” di Leonardo De Nicola. Tutti di tutto…….

“Ofele’fa el to meste”, dicono a Milano. Tradotto letteralmente significa “pasticciere fai il tuo mestiere” e, soprattutto, non improvvisarti capace ed esperto di ogni cosa senza averne magari le capacità. Ed invece questo tempo presente sembra andare nella direzione opposta: i mezzi di informazione a portata di mano, i social, rendono ognuno giornalista e opinionista. Tutti gli argomenti sono buoni per dire la nostra versione, criticare, suggerire, discutere persino animatamente. Sotto un altro aspetto, poi, sembra del tutto “sparita” l’incidentalità, quel sano fatalismo o destino che accompagnava la vita quotidiana dei nostri vecchi. Qualunque cosa, anche la più banale, ha un origine, una causa e una soluzione possibile e non esiste un minimo accadimento che sfugga a tutto ciò. Anche se può apparire in contraddizione con ciò che faccio, io mi riservo… di non avere una mia opinione su tutto e su tutti, il contrario. E, nel 90% degli argomenti, nutro la consapevolezza di saperne meno degli interessati e degli addetti ai lavori.
Un po’ più di buon senso generale ci permetterebbe di rendere la nostra esistenza meno schizofrenica e persino rancorosa nei confronti del mondo intero e di guardare avanti con maggiore lucidità. Come stanno facendo per esempio Gianluca e Chiara Gioli nel ricordo dei propri genitori scomparsi tragicamente durante la prima ondata del Covid 19,e cioè in un periodo dove l’imprevedibilità e la non conoscenza della malattia hanno inevitabilmente portato anche a degli errori. Eppure nelle loro parole, trasmesse poi nel racconto del libro, c’è soprattutto il desiderio di testimoniare e di ricordare senza isterismi di sorta, né cercando presunti colpevoli per la strada. Una cosa in apparenza normale, ma che diviene un raro privilegio nei giorni che viviamo.

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