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Podere Rota. Il Comune di San Giovanni pensa di adire le vie legali contro la Regione

La Regione temporeggia e il Comune di San Giovanni passa all’offensiva e pensa anche di adire le vie legali per accertare le responsabilità della possibile contaminazione delle acque di superficie nell’area della discarica di Podere Rota. E’ il sindaco Valentina Vadi, in prima linea per sollevare le istanze della comunità e contro il progetto di ampliamento dei volumi da destinare a rifiuti speciali non pericolosi presentato da Csai, a illustrare le ultime iniziative intraprese. “Ormai da diversi mesi – spiega – Arpat sta avanzando precise richieste agli uffici regionali perché si attivino per individuare il responsabile della potenziale contaminazione delle acque superficiali già con documenti datati settembre 2020 e marzo 2021”. La sollecitazione deriva anche da una recente sentenza del Consiglio di Stato che individua proprio nella Regione l’ente con la competenza ad emettere specifiche ordinanze nei confronti dell’autore di un inquinamento, disponendo se del caso il relativo obbligo di bonifica. Arpat e municipio dunque vogliono che si proceda in tal senso ma, sottolinea la sindaca, ad oggi tutto è fermo. “Rimango convinta che la Regione non possa venir meno a un adeguamento a una legge dello Stato, il Testo Unico ambientale, e neppure a un pronunciamento dell’organo amministrativo di appello. E allora questa apparente inerzia mi ha spinto a procedere con un nuovo atto indirizzato al presidente Giani e alla direzione regionale Ambiente ed Energia”. Cosa contiene?
L’invito e la diffida ad avviare l’iter d’ufficio per risalire a chi ha provocato il superamento dei valori di concentrazione delle sostanze inquinanti rilevato nelle acque sotterranee captate nel podere Casa Rota e a provvedere all’emissione della conseguente ordinanza – diffida ai fini della realizzazione e degli interventi di cui all’articolo 242 del cosiddetto Codice ambientale. “Ciò significa – continua – che in caso di non creduta ipotesi di inerzia dell’amministrazione regionale si intraprenderanno le opportune azioni a tutela della collettività. Ovvero, se continuerà l’atteggiamento di non attenzione degli uffici regionali procederemo attraverso tutte le vie e le sedi legali opportune”. Una presa di posizione forte per ottenere chiarezza una volta per tutte. E a proposito di fare luce, l’amministratrice vuol capire meglio la questione della scoperta di Cromo e Cromo Esavalente durante i monitoraggi annuali previsti dal Piano di Sorveglianza e Controllo del sito terranuovese.
La contaminazione, riscontrata in un piezometro esterno e a monte idraulico della discarica, è stata subito denunciata dal gestore alla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze e attribuita alle terre di riporto dei lavori stradali eseguiti sulla Provinciale 7 di Piantravigne. Ad annunciarlo era stata Luana Frassinetti, amministratore delegato della società titolare del complesso di smaltimento. “Una notizia inquietante – conclude il sindaco – e per questo ho immediatamente fatto richiesta di accesso agli atti all’Arpat di Arezzo per comprendere approfonditamente di cosa si parli in riferimento a una situazione che si aggiunge ad un quadro già preoccupante”.

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