Cerca
Close this search box.

“Si ammaina la bandiera amaranto…un colpo al mio cuore..”

Il vecchio campo di Castelnuovo aveva il fondo di terra battuta, o meglio con i sassi rossi spezzettati della terra di riporto, in un paesaggio lì da sempre mutevole per l’atavica lotta dell’uomo con la natura e il lavoro. Il “rosticciolo” nella parte bassa del vecchio paese venne inaugurato nel 1927, pochi mesi cioè dopo la nascita della società calcistica sotto l’ egida della società mineraria (per anni potentissima). Dopo oltre un decennio di forzata assenza (ultimo torneo dopoguerra nel 1954), il pallone tornò a rotolare da quelle parti nel 1966 con la ricostruzione della società grazie al nuovo consiglio e al presidente Adebaldo Polverini che affidò la squadra militante in seconda categoria all’allenatore Luigi Parentini, un empolese trapiantato a Figline. La componevano molti giocatori locali guidati dall’ex professionista Pietro Gori e dal mio vecchio e carissimo amico Sauro Sangalli, partito troppo presto. E il viaggio poteva ripartire e così… sarebbe stato per oltre 50 anni, lunghi ed importanti per la trasformazione economica e sociale del paese e di tutto il bacino ex minerario. In quel campo con le sue tribune naturali ho assistito alle prime partite: mio babbo Umberto voleva bene al Castelnuovo per aver vestito per due stagioni la maglia amaranto dal 1950 al 1952 e avendo avuto il piacere e privilegio di giocare accanto al quarantenne Rossano Boni, capace ancora di fare cose straordinarie . E così per lui, vecchio sportivo, alternare le partite della Castelnuovese con quelle della Sangio era la cosa più naturale di questo mondo (con figlio annesso).
Così come sono stati sempre forti e radicati i legami con il calcio azzurro: Gianni Boni, Bruno Matassini, Giovanni Sestini, Fabrizio Betti sono solo alcuni figli di questa terra protagonisti poi con la maglia del Marzocco. E quanti altri calciatori importanti o dirigenti illuminati in tutti questi anni di calcio: la famiglia Cortesi con Paolo e Marco, quest’ultimo scomparso tragicamente dopo essere stato il più giovane presidente in carica della storia. E Carlo Pandolfi, Dario Sderci, Fabio Maddii , Piero Nosi, che ha coltivato a lungo (e rimettendoci tutto sommato di tasca propria) il sogno di categorie più importanti. E ancora come non ricordare oggi il grande Alfonso Biagioni, memoria storica di tutto il territorio oppure Renato Secciani e un giovane Sergio Parolai. E la squadra juniores del 1974 approdata alle finali nazionali con il talentuoso Sauro Massi; anche lui purtroppo ci ha lasciati troppo troppo presto. Non vado oltre per non dimenticare altre figure importanti della storia amaranto, volti a me tutti noti e che oggi ricordo con affetto e con profonda nostalgia. Quando ero giocatore (scarso) feci anche una preparazione estiva con la squadra grazie alla chiamata di Giovanni Kostner (allenatore) ed ebbi così modo di incrociare fra gli altri Maurizio Sarri, Paolone Bronzi, Romagnoli, Giampaolo Mugnai, De Corso, Bighellini , Minghi, insomma, tutta gente (senza offesa), che oggi darebbe la stecca a parecchi…
È oggi davvero un giorno di tristezza assoluta e anche le fronde degli alberi intorno allo stadio intitolato alla memoria del caro Luca Quercioli sembrano piegarsi dal dolore. Termina l’attività sportiva e non solo per una mera questione economica ma anche e direi soprattutto perché è venuto meno tutto quel bel mondo di appassionati e di volontari che contribuivano in maniera sostanziale a mandare avanti la baracca. È un problema questo che va a colpire non solo il mondo del calcio (il ciclismo per esempio è ai minimi termini o quasi), ma che interessa tutta la nostra sfera sportiva e quindi… sociale. In termini anche brutali…un giovane disposto a spendere le sue giornate o alcune ore per aiutare la piccola società del proprio paese non si trova più e con i vecchi appassionati se ne va purtroppo un mondo intero. Sperare che si inverta il trend è forse un illusione, e comunque ci sia oggi almeno concessa una speranza: quella di pensare che l’addio del calcio a Castelnuovo dei Sabbioni sia soltanto un arrivederci…e che un giorno potremmo vedere nuovamente garrire al vento la vecchia bandiera amaranto.

Articoli correlati