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Abbattimento della Tari a Figline Incisa. La Cna: “logica distorta”. E chiede una rettifica

Critiche alle modalità con cui il comune di Figline e Incisa Valdarno ha deciso di applicare le agevolazioni Tari per le imprese sono arrivate dalla Cna Valdarno Valdisieve, attraverso la presidente Sandra Pelli. L’associazione di categoria ha premesso di apprezzare l’abbattimento della tariffa, ma ha sottolineato che le diverse percentuali individuate per le varie attività riflettono la medesima logica “distorta” che era alla base dei primi ristori basati sul codice Ateco.
“Stabilire solamente il 20% di riduzione sulla parte variabile della tariffa per attività come la produzione artigianale significa non comprendere come queste imprese, durante il periodo di limitazioni imposto dalla pandemia, siano state attività solo formalmente aperte, ma di fatto chiuse, visto che tale era la filiera a valle, quella commerciale – ha spiegato la Cna -. Una logica purtroppo adottata per le riduzioni Tari anche da altri Comuni del Valdarno Valdisieve, ma ormai superata, tanto che è stata abbandonata dal Governo centrale e dalla Regione Toscana che basano adesso i ristori sulla diminuzione di fatturato. Giusto, ma paradossale nei confronti dell’artigianato, – ha aggiunto Sandra Pelli – anche il fatto che il Comune abbia disposto riduzioni del 50% per attività alimentari che, come noto, sono sempre rimaste aperte e con possibilità di vendita al pubblico. Se il Comune avesse convocato le associazioni di categoria al momento di elaborazione dell’atto e non, come avvenuto, in fase di presentazione di una decisione già presa, queste distorsioni avrebbero potuto essere evitate. Chiediamo una rettifica del provvedimento e, per il futuro, il coinvolgimento dei rappresentanti delle imprese in ogni atto che le coinvolga che l’amministrazione comunale intenda adottare”.

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