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Viaggio nel mondo del volontariato. L’Associazione Valdarnese Genitori Ragazzi Handicappati e l’attività del “Veliero”

Inizia oggi un viaggio attraverso le associazioni di volontariato del Valdarno, e siamo partiti con una delle più antiche. E’ nata infatti nel lontano 1972 l’Associazione Valdarnese Genitori Ragazzi Handicappati, quando la parola “handicap” era quasi un tabù, ed è in attività ancora oggi, con lo scopo di permettere l’integrazione dei ragazzi diversamente abili, fisicamente o mentalmente, e migliorare il loro percorso di crescita. L’associazione opera gestendo il centro diurno di proprietà “Il Veliero”, a San Giovanni, che accoglie dal lunedì al venerdì 28 ragazzi, seguiti da operatrici laureate nello specifico settore. Per farci raccontare l’attività associativa nel dettaglio abbiamo intervistato il Presidente Massimo Aliverti.

“Lo scopo principale degli interventi che noi facciamo con i ragazzi è quello di mantenere la capacità fisica, sensoriale, motoria e manuale residua, migliorare lo sviluppo della linguistica e dell’autonomia personale. – afferma Aliverti – Questo avviene facendogli svolgere vari tipi di attività, quali ceramica, falegnameria, bricolage, musica, ginnastica, attività al computer, in passato anche teatro. Prima del covid organizzavamo inoltre delle gite nel territorio, portandoli per esempio come si fa la vendemmia, il gelato, l’olio”.

Le attività con i ragazzi sono però solo la punta dell’iceberg: l’associazione infatti negli anni si è anche battuta per ottenere servizi specifici per i portatori di handicap, quali agevolazioni per i mezzi di trasporto e abbattimento delle barriere architettoniche. In passato sono stati anche organizzati dei piccoli mercatini nei comuni del Valdarno, con lo scopo di autofinanziarsi. La pandemia ha però messo in difficoltà l’associazione sia a livello economico che operativo: “Le attività si sono notevolmente ridotte ma non sono cessate. – continua Aliverti – Se prima il centro era aperto soltanto il pomeriggio, adesso abbiamo diviso i ragazzi in gruppi distinti la mattina e il pomeriggio, rielaborando le attività che facevamo prima di modo da rispettare le norme, e lavorando molto sulle emozioni che i ragazzi hanno provato in questo periodo di pandemia. Nonostante tutto abbiamo l’intenzione convinta di portare avanti sia l’associazione che il centro diurno”.

La bellezza di tutto questo è vederli raggiungere risultati inaspettati, conclude il Presidente: “Capisci di aver realizzato qualcosa quando vedi ragazzi autistici che dipingono e disegnano, persone con sindrome di Down che imparano a gestire i propri soldi, o che riescono a socializzare con altri ragazzi con cui non volevano avere un contatto. In passato abbiamo organizzato spettacoli musicali in presenza di persone, e si vedeva che loro acquisivano fiducia e autostima. Abbiamo anche fatto il giornalino del Veliero, dove i ragazzi scrivevano i loro pensieri, passioni o disegnavano, e che veniva consegnato ai ragazzi, porta a porta e alle istituzioni. Queste sono piccole cose che per loro non sono piccole, e spingono l’associazione ad andare avanti”.

In foto alcune creazioni dei ragazzi e il centro diurno “Il Veliero”.

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