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Serristori,i commenti negativi dei Cobas sul piano di riorganizzazione presentato dalla Azienda sanitaria

Sul piano presentato dall’azienda sanitaria Toscana Centro per l’ospedale Serristori di Figline intervengono in maniera polemica i Cobas. “Continua ad andare avanti in piena campagna elettorale reggellese lo scandaloso comportamento che vede il controllato (USL Toscana Centro) lodarsi delle proprie iniziative, per mezzo stampa, senza che i controllori ( i Sindaci che sono le autorità sanitarie di riferimento territoriali) venendo meno ad un proprio ruolo, verifichino l’attendibilità degli atti, delle intenzioni e dichiarazioni di un management aziendale che nella realtà consolida lo smantellamento, l’indebolimento del servizio sanitario pubblico, la chiusura dei reparti e la sottrazione di posti letto e di strumentazioni ivi compreso il trasferimento coatto presso altri presidi ospedalieri, dei pochi professionisti del comparto rimasti in servizio nell’ospedale Serristori. La riorganizazione post pandemia del presidio e il cosiddetto rilancio si stanno rivelando- scrivono i Cobas- come un progetto di smantellamento progressivo di attività, servizi ed interi reparti. Le recenti dichiarazioni rassicuranti del Direttore Sanitario di presidio sul rafforzamento del percorso chirurgico, frutto di una durissima rivendicazione condotta dai COBAS negli anni, sono uno squallido tentativo di depistare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle reali e sistematiche inadempienze che la Direzione Generale e alcuni capi Dipartimento, vedi quello Medico e dell’Emergenza Urgenza, stanno perpetuando ai danni dell’ospedale. Nessuna traccia di riapertura del Pronto Soccorso, né della riapertura del reparto di medicina A per il quale risultano esserci delle grosse resistenze da parte dell’abbondante personale medico delle medicine di Ponte a Niccheri a rendersi disponibili a prestare servizio presso il presidio ospedaliero Serristori no Covid per riaprire lo stesso reparto come promesso. Tanto è vero che il Dottor Landini Capo Dipartimento sembra, ignorando l’attuale situazione pandemica e il disagio dei pazienti e cittadini del Valdarno Fiorentino, disposto ad avallare questa ostilità preferendo aprire un ulteriore reparto di medicina all’OSMA, la cui conseguenza comporterebbe il trasferimento forzato di infermieri dal presidio Serristori a Ponte a Niccheri. Non si è ancora sopita la protesta sociale, ignorata dal Capo Dipartimento Emergenza Urgenza Dottor Magazzini, sul progetto di PPS (punto di primo soccorso aperto H12) per il quale si utilizza in modo improprio il 118 e il suo personale distogliendolo dalla funzione principale di emergenza territoriale in un’area vasta e articolata come è il Valdarno Fiorentino e della quale se ne strafregano i tre sindaci Mugnai, Giunti, Lorenzini.”

E ancora: “sempre i tre Sindaci, pronti per gli spot elettorali e le parate pubbliche, si sono accorti che l’ortopedia non fa più interventi in sala operatoria? Che la Pediatria è aperta oramai solo 3 giorni su 6? Che l’Odontoiatria è sempre chiusa? Che il Laboratorio Analisi è in fase di chiusura e la sua strumentazione è oggetto di mire predatorie di altri ospedali? Che la Cardiologia lavora al minimo delle sue potenzialità? Che non esiste un ambulatorio di Geriatria in un area territoriale con un forte agglomerato di popolazione anziana? Che è stato chiuso un ambulatorio ortottista? Che la sub intensiva non esiste più? Che non esiste più la guardia medica notturna in tutto il territorio del Valdarno Fiorentino?Lo sanno i tre Sindaci del Valdarno Fiorentino che è di questi giorni in atto una triplice protesta del Calcit che chiede formalmente alla USL Toscana Centro di restituire un ecografo donato dall’Associazione al Serristori e portato di soppiatto all’Osma? E’ questo il rilancio dell’ospedale Serristori di cui parlava a mezzo stampa e senza alcun controllo delle autorità comunali la Direzione Sanitaria di Presidio?”

Come Cobas – terminano Domenico Mangiola, Valentina Fontanelli, Lorenzo Sgherri ed Andrea Calò -prepariamo una nuova mobilitazione e annunciamo un presidio di protesta davanti al Comune di Reggello dove l’attuale sindaco reggente Giunti dovrà pubblicamente rendere conto di quanto sta accadendo sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori.”

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