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L’altra domenica….quelle canzonette degli anni 70…

Formidabili quei tempi, o almeno così ci sembrano a noi in un misto di nostalgia e rimpianto per la giovinezza perduta: gli anni 70 furono in campo musicale comunque davvero….straordinari: gruppi rock, nuove tendenze e sperimentazioni, star del “pop”, cantautori per tutti i gusti. E la disco music esplosa in modo fragoroso con la nascita dei nuovi locali da ballo e…una serie di cantanti e complessi (si diceva anche così) di casa nostra destinati ad un successo breve ma significativo nel pubblico dei giovanissimi. Molti dei quali oggi scomparsi del tutto o per lo più relegati a serate di secondo e terzo ordine nei luoghi più disparati della penisola. Un piccolo viaggio in questo mondo delle cosiddette “canzonette” ci porta a scoprire cose inattese e, oggi, persino improponibili per i contenuti “audaci” e politicamente scorretti. I temi narrati erano essenzialmente legati all’amore adolescenziale che vedeva i “protagonisti” con un età innanzitutto decisamente molto più bassa rispetto ai giorni nostri (e del resto …ci si fidanzava, sposava e si facevano figli molto presto). Storie narrate con dolcezza, a volte con nascosta ingenuità ma spesso con un lato ..sorprendente.
Ai temi dell’adolescenza si sono richiamati spesso anche cantanti più celebri e quotati (pensiamo a Baglioni o a Venditti), ma il tema divenne per così dire “specifico” in un periodo abbastanza datato. 15 anni, 15 anni, 15 anni, poesia di un amore che non ritorna” (i vicini di casa) fra motorini, libri di scuola (altro tema ricorrente ) e baci rubati. Oppure…l’amore in riva al mare e fra lo zucchero filato di “Mi innamorai” (Giardino dei Semplici), quello sussurrato di Paolo e Antonella in “come ti chiami” (Umberto Napolitano) per scendere nella più impegnativa canzone dei Pooh che parlano della “prima volta d’amore..in casa tua e senza quasi conoscersi “(addirittura). Ma dove il gioco si fa pesante e inconsueto riletto con gli occhi di oggi è nei testi di un autentico specialista della “intimità” e del sesso giovanile, il cantante di origini istriane Roberto Soffici .
“E lasciami appoggiare un po’ la testa sopra il tuo seno”; si parte soft (All’improvviso l incoscienza), per andare a…” Non dirmi che hai paura a fare l’amore perché non ci credo” come a sottolineare una precoce esperienza in materia della partner. Ma lo stesso Soffici si spinge ben oltre in “Tanto Donna”, un testo oggi improponibile..”Che non sarei stato il primo l’ho capito subito da come aprivi le labbra” per passare al…carico di..”16 anni e tanto tanto donna da insegnarmi tutto quanto..ed io qui come un cretino senza fiato”, alla faccia della maggiore età e di tutto il resto.
Poi gli specialisti: quelli alla Gianni Bella, “sarò anche maschilista ma non ne posso più” (No), viva la… verità….o “l amore lo farei alla stazione” (non si può morire dentro). I diffidenti poi che non vogliono vedere i tradimenti dell’amata (sulla scia della battistiana “non è Francesca” degli anni precedenti) e gli specialisti delle “milf” come il cantante genovese Sandro Giacobbe (Signora mia e “mi hanno fatto innamorare gli occhi verdi di tua madre”). Insomma, si canta e si azzarda con una libertà anche deprecabile e certo adesso impossibile . E l’amore libero di Paolo Morelli e dei napoletani Alunni del Sole (Liu’), che esplicitato con un po’ di ritardo forse, ci racconta di una giovane ragazza che ..”si stendeva su di noi e ci dava un po’ di se senza chiedersi perché..”.

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