Cerca
Close this search box.

Il 5 dicembre presidio di fronte allo stabilimento Bekaert

Presidio pubblico di fronte ai cancelli della Bekaert di Figline Valdarno. Lo hanno organizzato il 5 dicembre i partiti della sinistra, che non vogliono far finire nel dimenticatoio una vicenda che ha rappresentato una ferita per tutta la vallata, dato che molti lavoratori dello stabilimento risiedono tuttora nel versante aretino. Della Bekaert, da tempo, si parla poco o niente e nei giorni scorsi è stato lanciato un appello dal circolo del Valdarno del Partito della Rifondazione Comunista , di Potere al Popolo e del Partito Comunista Italiano, per organizzare un presidio pubblico contro i licenziamenti e contro lo stato di abbandono della fabbrica. Una parte dei lavoratori si è ricollocata altrove, ma altri hanno la Naspi come minimo ammortizzatore sociale. Senza contare le decine di lavoratrici e lavoratori dell’indotto.
L’iniziativa, che si terrà alle 10 del mattino, intende rivendicare piena occupazione e diritto al reddito, progetti concreti di reindustrializzazione, riconversione e tutela dell’area, che per gli organizzatori deve tornare a disposizione e utilità della comunità. Già a fine ottobre il Partito della Rifondazione Comunista aveva affrontato l’argomento, ipotizzando proprio una manifestazione pubblica in quello che è diventato un luogo simbolo delle crisi aziendali. “E’ ormai calato il silenzio, sia sui centinaia di lavoratori e lavoratrici licenziati/e, sia sul degrado dell’area industriale. Facciamo appello tutte le forze politiche e sindacali della sinistra valdarnese per rilanciare un nuovo percorso di mobilitazione, contro questo scempio, a partire da una iniziativa unitaria davanti alla fabbrica ex Bekaert – ha spiegato Rifondazione – . Ci sono opzioni e soluzioni che non sono state sufficientemente sostenute come la costituzione di una cooperativa di operai, altre non ancora vagliate, come la nazionalizzazione della azienda.
Ci sono mercati e produzioni diverse che possono essere studiate e avviate. Pretendiamo il mantenimento dell’area a destinazione industriale, il celere avvio della attività produttiva e la piena occupazione per i lavoratori licenziati”. Sono passati tre anni e mezzo da una delle pagine più nere della storia recente del territorio. Era il 22 giugno del 2018. Una giornata drammatica per il Valdarno, ma soprattutto per le 318 famiglie dei lavoratori della Bekaert di Figline. Una parte, per fortuna, in questi lunghi mesi, ha trovato una nuova collocazione, ma quel giorno fu inferto un duro colpo al mondo produttivo della vallata. La multinazionale, proprietaria dell’importante azienda figlinese, un tempo Pirelli, annunciò infatti ai dipendenti che avrebbe chiuso il sito produttivo di via Petrarca. La mobilitazione fu enorme e qualche giorno dopo, in piazza Marsilio Ficino a Figline, più di 4.000 persone, sindaci e politici compresi, parteciparono ad una grande manifestazione pubblica. Tutte le iniziative successive, gli incontri, i tavoli al Ministero dello Sviluppo Economico e in Regione Toscana non hanno risolto in maniera definitiva la situazione e il grande stabilimento di via Petrarca rimane desolatamente vuoto. Una delle pagine più nere dell’economia valdarnese negli ultimi decenni.

Articoli correlati