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L’altra domenica. Per quanto ancora??

Il nostro Leonardo De Nicola torna a parlare di violenza sulle donne e di femminicidi. Una catena di lutti impressionanti verso la quale è necessaria una ferma presa di posizione da parte di tutti. Perché così non si può più andare avanti.

“Oramai è quasi un freddo gioco dei numeri quello che riguarda la violenza e gli omicidi perpetrati a danno delle donne. E c’è una indignazione non abbastanza sufficiente per provare a fermare un fenomeno di assoluto degrado che non rende giustizia ad un paese che si definisca davvero libero e moderno. Adesso, e sempre di più, oltre alle madri si piangono pure i figli, sacrifici…di innocenti il cui unico torto è stato quello di finire in un posto sbagliato con gente sbagliata. E non è una questione soltanto di padri disperati , di una follia omicida dovuta a motivi di natura economica o, altro ancora, dove magari lo stesso confine fra disperazione e depressione appare molto esile. No, qui, qui alla base di tutto c’è la volontà precisa di fare del male alla partner di turno attraverso l’uccisione dei figli, come se si cercasse un surplus aggiuntivo al dolore ed alla pena da espiare. Una sindrome di Medea alla rovescio, come ci raccontava Euripide nel 431 d.c. quando la donna, lasciata dall’amato compagno Giasone uccise per vendetta i loro figli. Una tragedia peraltro riportata spesso in teatro (ricordo due straordinarie Maria Callas e Mariangela Melato per esempio).
Tornando a noi, ho la sensazione che, davanti a queste tragedie oramai quotidiane, la nostra società si senta come impotente, non andando oltre la condanna e qualche manifestazione di turno. Quando il fenomeno, aberrante e incivile, dovrebbe portare ad una presa di posizione collettiva ben più ampia, cominciando da chi è preposto alla sicurezza ed al rispetto della legge. Come detto in altre occasioni la nostra società fa troppo spesso riferimento ad una cultura arcaica e “pericolosa” . Una cultura che tollerava il tradimento maschile, per esempio, ma puniva energicamente quello della donna molto spesso relegata ad un ruolo di sofferente comprimaria all’interno della famiglia. Ovvio poi che qui parliamo di menti devastate dove l’equazione..tu mi tradisci, tu mi lasci ed io ti uccido trova terreno fertile.
Ma è questo un grande problema dei nostri tempi e se è vero che solo un cambio culturale e di vita può essere risolutivo, guardo sempre di più con preoccupazione a tutti coloro che, dalla famiglia di Verona alla bocciatura delle legge Zan, si arroccano su posizioni che certo non giovano al cambiamento.

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