Cerca
Close this search box.

Peppino Prisco a 100 anni dalla nascita: “Quando lo chiamavamo con Mauro Ciutini…”

Quando con Mauro Ciutini chiamavamo lo studio milanese di Prisco, l’avvocato Peppino, grande alpino e grandissimo interista, non si faceva mai negare..e le sue anche pungenti ma mai banali osservazioni erano pane e companatico per i nostri programmi radiofonici. Anche per me, milanista incallito, Peppino ha rappresentato quel calcio bellissimo dove non c’era spazio per nessun tipo di ipocrisia e finzione. A cominciare dal suo tifo contro i miei rossoneri e la Juve, soprattutto nelle competizioni europee quando il politicamente corretto esigeva al tempo ben altre dichiarazioni. La vita di Prisco, oltre che alla attività forense di primo piano, resta legata agli Alpini ed alla “beneamata”, frequentata fin dai tempi gloriosi dell’Arena e di Peppino Meazza, uno dei campioni più amati in assoluto. Sopravvissuto da ufficiale alla campagna di Russia, uno dei pochi ad aver salvato la…pelle, Prisco non si perdeva mai un’adunata delle amate penne nere e naturalmente non una sola partita della sua Inter.
Allo stadio raccontava di aver conosciuto persino la compagna di un’intera vita ed i suoi racconti erano infarciti di aneddoti e di battute salaci verso le avversarie calcistiche. Come quella della mano (“quando la stringo ad uno juventino mi guardo se ho sempre le dita”), oppure come quando ricordava la diversità fisica dei propri figli dal padre (che se non fossero neanche neroazzurri….farei l’esame del Dna). Peppino riusciva a stare simpatico a tutti, perché rappresentava il tifoso che tutti noi siamo o vorremmo essere della propria squadra, senza filtri ma con straordinaria onestà.
A 100 anni dalla nascita lo hanno ricordato la sua Inter e tanti compagni di viaggio, a partire dalle ex presidente Massimo Moratti che ne ha tratteggiato un ritratto toccante. Ma tutto il mondo del calcio ricorda oggi con affetto Peppino, simbolo dei neroazzurri e di un calcio dal sapore antico.

Articoli correlati