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L’altra domenica. La paura del nuovo…

Se per una volta (o anche due…vista la sua posizione sui vaccini) non sono d’accordo con Gianni Rivera, da chi scrive elevato a “santino” di una vita intera, mi perdoneranno babbo, nonno e zii vari che mi hanno cresciuto a pane e Milan soprattutto nel nome del Golden boy…Ma stavolta la sua adesione (e quella di molti altri come Massimo Moratti, Mazzola e persino Vasco Rossi) al comitato in difesa dello stadio milanese di San Siro non mi trova in sintonia, anzi. Frequento lo stadio intitolato al grande (seppur interista) Peppino Meazza da tempo immemorabile e lì dentro ho i più bei ricordi di tifoso calcistico appassionato e militante. Mi ci portava mio padre ed ho continuato a frequentarlo fino ad oggi, con mia figlia, nipote e tutti gli amici come Lorenzo Piovosi.
Quello che era lo stadio più bello della penisola sembra oggi, lasciatemelo dire, un blocco assai vetusto di cemento armato.
Andare a vedere una partita nel secondo e nel terzo anello significa fare una arrampicata di decine e decine di gradini, lottare con l’età che avanza e..non parliamo se poi si tratta di accompagnare un disabile. È stato valutato come una eventuale ristrutturazione sia di gran lunga più complicata che fare un impianto nuovo di..pacca La decisione finale sui due progetti rimasti in gara è imminente ed il nuovo San Siro sorgerà a fianco del vecchio del quale sarebbe mantenuta una vestigi, una torre, un pezzo di curva in nome della continuità e della memoria collettiva, sulla scia di cosa accade per esempio in Inghilterra. Dove sono stati consegnati alla storia ed alla memoria impianti leggendari come White Hart Line, Highbury, Wembley, Upton Park solo per citarne alcuni. Milano avrà dunque uno stadio rispondente alle moderne esigenze e funzionale come merita la città, il seguito ed il blasone di rossoneri e neroazzurri.
In tutta questa operazione giudicata favorevolmente mi lascio dietro un paio di dubbi: il rischio alla fine di avere stadi rassomiglianti in tutto il pianeta, e quello della compatibilità gestionale di due club rivali sportivamente ma padroni della stessa casa. Da questo punto di vista avrei preferito onestamente, come accade ovunque, la possibilità per Milan ed Inter di avere stadi propri ed esclusivi.

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