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Fimer. Fratelli d’Italia chiede uno sforzo di privati ed istituzioni. “Solo così si potranno salvare i posti di lavoro”

Fratelli d’Italia della provincia di Arezzo è intervenuto sulla delicata vicenda della Fimer, esplosa nelle ultime settimane anche con assemblee in piazza e presidi dei lavoratori. Per il partito della Meloni solo uno sforzo di istituzioni e privati potrà salvare l’occupazione e rilanciare l’azienda, senza dimenticare anche le aziende collegate e creditrici.
“Centinaia di posti di lavoro sono in pericolo e un intero comparto dell’elettronica di eccellenza in Valdarno rischia di scomparire, proprio adesso che in questo ambito vi è una altissima domanda dei prodotti che questa azienda può produrre”. È quindi necessaria una unione di intenti tra le parti in causa, per evitare l’irreparabile. “Chiediamo però anche di approfondire le cause che hanno portato a questo stallo e dissesto. Verificare se vi siano cause esogene quali il costo esorbitante e la mancanza delle materie prime, piuttosto che la concorrenza nel settore, oppure se vi siano problemi strutturali, quali la mancanza di liquidità, l’eccesso di figure dirigenziali rispetto a quelle produttive, uno sbilanciamento economico e finanziario, sempre che sia reversibile con idonee misure – ha aggiunto Fratelli d’Italia – Di certo, in assenza di una proprietà capace di poter investire, andrà trovata una realtà disposta a farlo e a mettere nuove risorse nella fabbrica per rilanciarla, oppure andranno adottati strumenti giuridici quali un concordato in continuità, per salvare il salvabile e riavviare la produzione in pieno regime. Certo, in questo ultimo caso verrebbero scaricati debiti sulle società collegate alla Fimer che vantano crediti nei confronti dell’azienda, che rischieranno a loro volta di avere problemi finanziari. Le istituzioni pertanto – ha concluso FdI – dovranno sostenere non solo la Fimer, ma tutte le aziende collegate che potrebbero subire o subiranno di sicuro degli effetti negativi, per evitare che per risolvere un problema se ne creino altri 100”.

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