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L’altra domenica. Cronache di 40 anni fa…

Esisteva un tempo in cui, bazzicando Radio Emme a Terranuova, poteva capitare di trovarti improvvisamente sulla porta Riccardo Fogli e Donatella Rettore, Roberto Benigni ed il duca Amedeo di Aosta. C’era poi un tempo dove la casa cavrigliese di Enzo (Brogi) e Cristina (Fineschi) era per davvero un cenacolo di giornalisti, attori, cantanti e personaggi del mondo dello spettacolo, così in ordine sparso. Poteva succedere di accompagnare “fisicamente” Roberto Vecchioni sul “divano” più vicino, dopo qualche bicchiere di troppo, o sentire “live” dalla voce di Francesco Nuti le fatidiche parole…” Madonna che silenzio c’è stasera”, in pratica la primogenitura di uno dei suoi film di maggior successo. Una sera di 40 anni fa, appiccicosa come lo erano le sere estive di un tempo, con Enzo, Mauro Ciutini e Bruno Bacci lanciammo dalle frequenze della radio una canzone da noi interpretata. Tutto nel più totale anonimato: il brano si chiamava “Gita alla Badiola”, cantato sullo stile degli Skiantos, gruppo bolognese del rock demenziale del mitico Freak Antoni e assai in voga in quel periodo. La canzone, oltre a suscitare la curiosità su chi fossero gli interpreti, ebbe un discreto quanto imprevisto successo. I passaggi frequenti in radio portarono addirittura alla richiesta di un incisione o quantomeno ad una registrazione su nastro da parte di due conosciuti venditori di dischi della vallata, evidentemente impossibilitati a soddisfare le richieste dei potenziali clienti. Uno lo ricordo con piacere, l’amico Andrea Mugnai detto “Remine”, che teneva bottega nel corso a San Giovanni.
Quello era anche il tempo poi dove potevi ritrovarti a cena con un cantante in voga, ciò che accadde a chi scrive e all’amico Ciutini. Dopo un concerto di Ivan Graziani al campo sportivo di Pergine (allora gli spettacoli si tenevano ovunque e De Andrè lo trovavi anche ad Incisa per dire..e dico De Andrè), via con l’ intervista, pesantissimo registratore a tracolla, cassetta inserita, tutto ok. Termina il lavoro e Graziani ci dice che ha voglia di mettere sotto i denti qualcosa invitandoci ad accompagnarlo…voi siete del posto, conoscete, e cose di questo genere. E così in quattro e quattrotto eccoci..noi tre, seduti ad un tavolo in un ristorante a Poggio Bagnoli a parlare come vecchi amici di musica, famiglia, passioni, politica e altro ancora. Ricordo con infinito piacere quella serata anche perché proprio ieri ricorreva il venticinquesimo anno dalla scomparsa di uno dei padri nobili della nostra canzone d’autore, ma colpevolmente fra i meno celebrati e considerati.

Eppure Ivan è stato un musicista e chitarrista straordinario che ci ha lasciato canzoni bellissime che io qui invito ad ascoltare o a ..riascoltare. Se ne andò a 50 anni per quello che si usa definire un brutto male (come se ce ne fossero di ..belli) e venne sepolto con la sua inseparabile chitarra nel cimitero di Novafeltria. La memoria è oggi tenuta viva soprattutto dai figli ed in particolare da Filippo, bravo cantante e musicista la cui voce ci rimanda a quella del padre con le tonalità ed il falsetto tipico di un grande artista dimenticato troppo in fretta. Buon 2022 a tutti.

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