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Alessandro Tracchi alla guida della Cgil aretina. Eletto stamani dall’assemblea della confederazione

Da segretario provinciale della Fiom a segretario provinciale della Cgil di Arezzo. Alessandro Tracchi stamani è stato eletto dall’assemblea della confederazione riunita all’Hotel Minerva di Arezzo.
49 anni, operaio metalmeccanico in forza alla Fimer di Terranuova fin da quando si chiamava Magnetek, Tracchi è segretario provinciale Fiom dal 2016 contribuendo alla crescita del numero dei tesserati passati dai 2.739 del 2011 ai 3.511 dell’anno passato, nonostante la crisi abbia determinato la chiusura di molte aziende.
Inizia il suo nuovo incarico con “curiosità, responsabilità e spavento – ha dichiarato. Curiosità: mi interessa l’angolo di visuale della confederazione. Sono sempre stato un confederale, non credo nelle frammentazioni, penso che sia dannosa una visione che abbia al centro solo un’azienda o una categoria. Responsabilità perché è un grande onore guidare la confederazione e spavento perché non dimentico di aver iniziato da magazziniere in fabbrica e di essere arrivato qui. Il timore è doveroso e legittimo”.

Le linee generali del sindacato dei prossimi anni saranno il “rafforzamento organizzativo – prosegue – e quindi tesseramento e un riequilibrio generazionale a favore dei giovani; riunificazione del mondo del lavoro e quindi niente frammentazione ma contrattazione di sito e di filiera soprattutto per proteggere i lavoratori, le categorie e le aree più deboli; trasformazione del sindacato e della società che deve vedere la Cgil protagonista fondamentale, pur senza rinunciare ai valori e agli ideali che ne hanno fatto la storia”.
Tracchi ammette che la Cgil ha bisogno di cambiamento. “Una buona parte dei problemi economici e sindacali – continua -non si risolvono localmente o in Italia ma quanto meno in Europa. Se non vogliamo essere terminali passivi delle decisioni delle grandi compagnie trasnazionali, allora abbiamo veramente bisogno di una sindacato europeo forte, unitario e rappresentativo per un livello di contrattazione che sia sempre più alto e determinante. Di conseguenza, riconoscendo pienamente il valore delle federazioni di categoria, abbiamo bisogno di stimolare l’unificazione del mondo del lavoro partendo proprio da noi stessi. I lavoratori e i pensionati hanno bisogno di moderne ed efficienti forme di rappresentanza e di tutela non solo dei loro diritti ma contro i veleni che si stanno diffondendo in Europa e nel mondo. Penso agli egoismi e alle spinte individualiste, ai sovranismi e allo sdoganamento del razzismo e delle nuove forme di fascismo, all’intolleranza e alla violenza. Penso anche ai processi positivi comunque in corso: nuove politiche di genere, tentativi di rinnovamento della politica, nuove forme di democrazia e di partecipazione. La Cgil non solo c’è ma è protagonista irrinunciabile dei processi di trasformazione e di crescita».
E la prima vertenza che dovrà affrontare è prprio la Fimer: “E’ un’altra storia simbolo di questo territorio. Non è solo una fabbrica ma un laboratorio di innovazione e sperimentazione: qui sono stati pensati e prodotti i primi inverter. Se parliamo di transizione verde in Europa, qui ci sono le condizioni, gli strumenti e le professionalità per farla. Non sono in gioco “solo” 800 posti di lavoro ma una visione del futuro dell’Italia e dell’Europa”.

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