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Cna: pandemia e impennata dei prezzi di energia e gas. Ripartenza a rischio per le piccole e medie imprese artigiane

Impennata dei prezzi di energia, gas e materie prime, difficoltà di approvvigionamento e aumento dei contagi. Sono queste le variabili che pesano sulla ripartenza delle piccole e medie imprese artigiane, come sottolinea Fabio Mascagni, presidente CNA Arezzo.
In primo piano la pandemia e dalla diffusione del virus che “pone alle imprese problemi quotidiani – spiega – legati alle assenze sul lavoro e alla difficoltà di rimpiazzare chi è positivo o in quarantena. Un quadro complicato con situazioni più o meno critiche e a macchia di leopardo che rischia di rallentare la produzione e solo in parte attutito dalle ultime disposizioni governative in materia di quarantena”.
A mettere in seria difficoltà la produzione l’incremento dei costi in bolletta, che assottigliano i margini di profitto in alcuni casi anche di più del 50 per cento, e la ripresa dell’inflazione: “Secondo le stime ammonta a quasi 36 miliardi di euro il rincaro della bolletta che le imprese dovranno pagare quest’anno a causa degli aumenti dei prezzi dell’energia. Costi raddoppiati per l’elettricità rispetto al 2019, prima della pandemia, un incremento spaventoso che, sommato al rincaro del gas, costringerà molte attività a chiudere almeno temporaneamente gli impianti”.
“La manifattura che stava ripartendo rischia di veder saltare i conti – osserva il presidente Mascagni – diventa impossibile programmare l’attività a fronte di oscillazioni dei prezzi di elettricità anche del 20% nell’arco di poche ore. Per alcune filiere il costo dell’energia ha raggiunto livelli insostenibili al punto che i prezzi di molti prodotti oggi coprono a stento i costi dell’energia. Il rischio è da un lato non avere la possibilità di presentare il listino prezzi 2022 con un effetto a catena sul prodotto finito, dall’altro, nel medio termine, è non riuscire ad agganciare la ripresa post pandemia”.
Il presidente di Cna ricorda poi che artigiani e Pmi pagano il prezzo dell’energia il 35% in più della media europea e quattro volte superiore a quello delle grandi imprese “a causa dell’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ applicato agli oneri parafiscali in bolletta, che gonfia del 35% il costo finale dell’energia per le piccole imprese. Considerando che i prezzi dell’energia non sono destinati a scendere per un Paese importatore di energia come l’Italia, non è più rinviabile un intervento strutturale sulla composizione delle bollette. E’ fondamentale che il governo metta in campo tutte le misure necessarie a sterilizzare, il più possibile, questi rincari e azzerare o ridurre fortemente il peso fiscale sui costi energetici”.
“CNA promuove in questi giorni un questionario per raccogliere le voci degli imprenditori. Va detto che gli interventi non possono essere adottati solo internamente – conclude – ma a livello europeo: non è sufficiente che si muova un solo paese, serve una presa di posizione comune e una spinta decisa sulle fonti rinnovabili e sulla transizione energetica, perché non possiamo continuare a dipendere così tanto da quelle tradizionali”.

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