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Podere Rota. Pierazzi chiede chiarezza sul rapporto di Arpat. “Le acque sotterranee sono inquinate o no?”

Il Movimento 5 Stelle di San Giovanni interviene sulla discarica di Podere Rota e sulla relazione dell’Arpat, i cui risultati sono stati comunicati questa mattina dall’amministrazione comunale. Il capogruppo Tommaso Pierazzi ha chiesto, innanzitutto, all’agenzia regionale per la protezione ambientale di utilizzare termini chiari. “Cosa vuol dire “problematico stato qualitativo delle acque sotterranee”? Sono inquinate oppure no? Rischiamo gravi conseguenze per la nostra salute oppure no? – Ha chiesto Pierazzi – C’è una rete idrica di approvvigionamento per il nostro comune che passa dai pozzi posti in località Oltrarno e Santa Maria Badiola e la cittadinanza deve essere rassicurata sulla loro sicurezza. Per questo chiederemo siano fatte quanto prima analisi che ne certifichino la qualità. Non ci possiamo permettere di tralasciare nessun controllo specialmente a seguito di quanto appreso oggi”.
“Sono anni che ci battiamo in prima linea come Movimento 5 Stelle per la chiusura definitiva del sito di Podere Rota e questi rapporti di Arpat non fanno che avallare tutte le preoccupazioni che abbiamo portato in ogni sede istituzionale – ha aggiunto – Va anche ricordato che le nostre battaglie fino ad oggi non sono state vane perché ci hanno permesso di ottenere dalla Regione Toscana la chiusura del sito per i rifiuti solidi urbani al raggiungimento delle volumetrie ancora disponibili, ma la battaglia in questo ultimo anno si è spostata sull’ampliamento per i rifiuti speciali”.
“Per questo, insieme alla giunta sangiovannese – ha concluso il consigliere comunale – abbiamo chiesto l’Inchiesta Pubblica, che ha portato chiaramente nelle stanze del palazzo della Regione Toscana il dramma che sta vivendo tutto il Valdarno. Per questo adesso ci auguriamo che il prossimo 23 febbraio 2022, alla prima conferenza dei servizi relativa al progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota da destinare a rifiuti speciali non pericolosi, sia al centro del dibattito la sola volontà popolare. Un eventuale ampliamento anche se per rifiuti speciali impatterebbe ancora sull’ambiente del Valdarno, devastato da oltre trent’anni dal business del rifiuto ai danni di quella economia circolare tanto agognata da tutti”.

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