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Giovani e impegno politico: Elia Pierazzi e il suo percorso in Azione

Nella narrazione odierna i giovani sono spesso descritti come disinteressati e distaccati, specialmente alla dimensione politica e partitica. Se da un lato i ragazzi hanno una grande sfiducia nelle istituzioni pubbliche, spesso concepite come lontane e astratte, dall’altro ci sono molti giovani appassionati alla cosa pubblica, pronti a mettersi in gioco e a portare un punto di vista nuovo e fresco. Continua la rubrica di Valdarno 24 che vuole conoscere giovani ragazze e ragazzi del Valdarno che hanno deciso di impegnarsi nell’attivismo politico.
Parliamo di politica e del suo percorso in Azione con Elia Pierazzi, classe 2002.

Elia, come nasce la tua passione per la politica e come è iniziato l’attivismo?

La passione nasce fin da piccolo attraverso mio nonno che mi ha trasmesso l’attaccamento che esisteva un tempo alla politica, alla cosa pubblica. Negli anni di liceo ho vissuto ciò che per me è stata una prima esperienza politica facendo il rappresentante degli studenti all’Istituto Benedetto Varchi e da lì è scattata la volontà di iniziare questo percorso. Ho cercato un partito in cui si discutesse e si analizzasse, cercando di trovare delle soluzioni. Il mio impegno politico è iniziato durante il periodo di pandemia e quindi ho vissuto l’attivismo soprattutto sui social e attraverso riunioni online. Nelle scorse amministrative di Montevarchi sono stato integrato nel gruppo che seguiva Luca Canonici e a prescindere dal risultato per me è stata una grande palestra di formazione.

Credi che i giovani in politica non vengano presi abbastanza sul serio?

Ritengo che tutti, non solo i giovani si sentano abbandonati dalla politica attuale. Un dato che mi preoccupa molto non è soltanto la mancanza di sensibilità da parte dei giovani al dibattito politico ma anche un astensionismo generale. La corsa al Quirinale ci ha dimostrato come il sistema politico di oggi non sia funzionale al bene del Paese. Tutto questo meccanismo fa scaturire sfiducia nei cittadini, anche e soprattutto nei ragazzi, spesso descritti come svogliati e fannulloni. Quando i politici inizieranno a occuparsi dei giovani, anche quest’ultimi si avvicineranno alla politica e ci sarà più attitudine alla partecipazione.

Da giovane studente, come vedi i tuoi coetanei?

Un dato mi intristisce particolarmente: 131mila giovani se ne vanno dall’Italia ogni anno e questo compromette tutto il sistema pensionistico e sanitario del futuro. Oltre a questo dobbiamo essere consapevoli di avere un tasso di analfabetismo funzionale doppio rispetto agli altri paesi. La scuola non è un bacino occupazionale ma deve essere il presidio culturale, democratico e civile per formare giovani educati e rispettosi nei confronti dello Stato e consapevoli delle scelte che fanno. Vi è un assiduo problema di disinformazione causato da un sentimento di sfiducia e rassegnazione nei confronti della politica, questo è un problema che appartiene a tutte le età ma riscontarlo nei ragazzi è ancora più preoccupante. Dobbiamo essere onesti e sinceri, le colpe non possono essere imputabili solo alla disonestà di alcuni amministratori ma anche a una carenza di senso civico da parte dei cittadini.

Che tipo di futuro ti auguri per il panorama politico?

Vorrei una politica basata sul dialogo, dove si puo’ e si deve superare l’opposizione a favore del bene del Paese. Il peggior problema credo che sia il tatticismo che è emerso anche recentemente, di come ci sia una corsa al guadagno e non a risolvere i veri problemi della comunità. È inutile fare guerra tra i partiti, dobbiamo superare questo meccanismo perché di fatto non esiste neanche più una distinzione netta tra due ideologie.

Quali sono i tuoi obiettivi e ambizioni per il futuro?

Il mio obiettivo principale è quello di studiare e acquisire capacità gestionali che magari mi potranno aiutare in un possibile futuro politico, chissà. A livello politico cercherò di valorizzare il grande amore che provo per l’Italia e per il Valdarno, sono convinto che il nostro Paese puo’ contare su vari punti di forza culturali, sociali ed economici. Credo che dobbiamo prima di tutto rafforzare lo Stato nelle sue funzioni fondamentali come la scuola, la sanità e la sicurezza.

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