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Il Caffè della Domenica con…Dino Zoff e i suoi 80 anni. Un mito assoluto dello sport

Dino Zoff…un sibilo, alla stregua di quando volava fra palo e palo con il suo stile essenziale, asciutto, conforme a questo “furlan” di poche e sensate parole…E’ lui il protagonista del “Caffè della Domenica”.

Il 28 febbraio, caro Dino, saranno 80 anni..
“Una bella cosa dai.. e ci penso come fanno tutte le persone che ce l’hanno fatta. Diciamo che cerco di spingere più in là..il traguardo finale!”

Il caffè come lo prendiamo?
“Io con poco zucchero, mezzo cucchiaino va bene…grazie.”

Sono già passati 40 anni dal vittorioso Mundial di Spagna. Mi spieghi perché il vostro trionfo è rimasto nella memoria collettiva del paese in misura maggiore rispetto a quello del 2006?
“Credo per una serie di cose e, forse, per la nostalgia che accompagna l’incedere del tempo. Ma anche per come venne fuori quella vittoria: le feroci critiche all’inizio, il silenzio stampa e poi il finale in crescendo gara dopo gara. Contro avversarie fortissime e campioni straordinari.”

Dino, tu rispondesti con vigore e anche con coraggio alle accuse che Silvio Berlusconi ti rivolse dopo il campionato europeo. Pensi di aver pagato qualcosa a livello personale?
“Mah.. sicuramente. E non voglio fare nessuna strumentalizzazione politica. Fu una reazione naturale di chi si sentiva colpito da accuse pesanti e non del tutto fondate. Quando si risponde certamente si sa a cosa possiamo andare incontro ma ..va bene così.”

Quanto ti manca e ci manca Gaetano Scirea?
“Moltissimo. È stato un grande giocatore ma ancor più un uomo straordinario. Uno stile sul campo e fuori che non ho riscontrato in nessun altra persona. Quando vedevamo gli operai fuori dai cancelli di Mirafiori.. provava un senso di pudore e diceva: Dino ma quanto siamo fortunati!”

Udine, Mantova, Napoli, Torino e Roma le città del tuo lungo viaggio..
“Il Friuli la casa madre, l’infanzia e gli inizi calcistici non sempre facili. Mantova che mi ha regalato Anna, la compagna di una vita, Napoli.. la consacrazione tecnica fino agli esordi in nazionale, una città da me amata parecchio. E poi Torino, la Juventus dei tanti trionfi, forse con il rimpianto della coppa campioni ma… neanche tanto; doveva andare così. Infine Roma, dove vivo da anni. Quando mi alzo e apro le finestre non mi stanco mai di dire…quanto sei bella!”

Al giorno d’oggi si chiede al portiere di saper giocare coi piedi, di partecipare all’azione.
“Molto è dovuto alle regole diverse rispetto ai nostri tempi. Anche se, dico…va tutto più che bene, a patto ci si ricordi che il portiere deve essenzialmente parare e non prendere i goals, altrimenti si fa un po’ di confusione.”

Dino, 80 anni vissuti da mito dello sport. Come ci si sintonizza con i giorni d’oggi?
“Una società sempre più mediatica, e non parlo soltanto dello sport. Apparire conta tanto, ma poi alla fine devi avere la sostanza per fare tutte le cose e farle bene. Però, al di là di ciò che può sembrare, mi sarei adeguato ..e meglio del previsto.”

Il nostro Valdarno, la Toscana..
“Terra meravigliosa. Le mie vacanze a Punta Ala immerso nella macchia mediterranea. Il militare a Siena, gli allenamenti a Coverciano e con la Fiorentina. E lì da voi abitava.. Paolo Rossi. Povero Paolino, andato via troppo presto…”

Mancano pochi giorni all’ennesimo traguardo di una vita vissuta a braccetto con il mito sportivo. Ed una persona tutta di un pezzo con la schiena bella dritta e il resto…Dino Zoff, la maglia grigia addosso e la coppa del mondo alzata davanti a tutti….la nostra giovinezza.

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