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“Pace e non violenza”. 5 obiettori di coscienza di 40 anni fa lanciano un appello. “Vorremmo ritrovare chi condivise quella esperienza”

Nel 2022 ricorrono i 50 anni dell’approvazione della legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare. E tra coloro che decisero di aderire al cosiddetto “servizio civile alternativo”, nel caso specifico con la Caritas di Arezzo, c’erano cinque giovani provenienti dal mondo cattolico : Gianfranco Donato, Anselmo Grotti, Gianni Grazzini, Franco Monnicchi, Marco Baldini. Nel gennaio 1981 iniziò un’esperienza che negli anni produsse centinaia di adesioni tra cui molti anche in Valdarno. “Abbiamo deciso di metterci alla ricerca di chi ha seguito negli anni questa esperienza: solo con la Caritas 650 – ha detto il valdarnese Gianfranco Donato – Un vero esercito di pace! E’ il desiderio di mettere insieme storie e riflessioni che potrebbero scaturire in una iniziativa alla quale stiamo pensando, per riflettere su come rispondere anche oggi alle situazioni di guerra e di violenza che riguarda anche le relazioni personali. Si pensi all’uso dei social, alle violenze familiari, ai femminicidi, al bullismo, alla cultura dello scarto. Molti degli obiettori sono stati dirigenti, professionisti, sindaci amministratori. Per tale motivo abbiamo lanciato una mail per iniziare a contarci e contattarci: obiettori.arezzo@gmail.com. Poi seguiranno incontri”.
Una iniziativa che arriva in giornate drammatiche, con la guerra in corso tra Russia e Ucraina, mentre i vescovi e i sindaci del Mediterraneo si danno appuntamento a Firenze per riflettere insieme su cittadinanza e pace. ” Gli obiettori di allora, oggi sessantenni, docenti, insegnanti, amministratori, dirigenti, responsabili sanitari, ma anche responsabili di cooperative sociali e di organizzazioni non profit come Emmaus Italia, si sono ritrovati per ricordare gli oltre 40 anni dall’inizio di questa bellissima esperienza – ha ricordato Donato – Non è stato un ritrovarsi di reduci, ma un modo per riflettere su motivazioni ancora molto attuali per costruire il bene comune e prezioso della pace. Nel 1981/82 provenivamo da esperienze diverse del mondo associazionistico ed ecclesiale e durante gli anni della formazione maturammo la scelta che potevamo servire il nostro paese anche attraverso un servizio civile alternativo alle armi. Questa decisione – ha aggiunto – maturò riflettendo sul Vangelo, sul pensiero di alcuni padri della chiesa e, più di recente, su quanto espresso nelle posizioni di padre Balducci, Don Lorenzo Milani, La Pira, Giovanni XXIII e il Concilio. Frequentammo corsi di formazione bellissimi e intensi con testimoni davvero straordinari della cultura della pace. Indimenticabili figure come Mons Nervo, Giuseppe Pasini, Carlo Carretto”.
Molte le esperienze indimenticabili, a partire da quelle formative incoraggiate dal sacerdote che allora guidava la Caritas, Monsignor Mario Randellini. “Conserviamo di lui un caro ricordo per la sua disponibilità e capacità di incoraggiarci in questa non semplice esperienza – ha spiegato Donato – Forse aiutato anche dai suoi trascorsi come cappellano nel campo prigionieri di Laterina”. Tra i momenti più intensi, le esperienze fatte con i giovani, gli anziani, i poveri, il servizio nei luoghi colpiti dal sisma del 1980 in Irpinia. E poi il convegno di tre giorni in piazza san Jacopo ad Arezzo per sensibilizzare la città e le persone ai temi della non violenza e della pace.

Gianfranco Donato ai nostri microfoni

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