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10 anni senza Lucio…

Rileggere oggi i testi delle canzoni di Lucio Dalla a dieci anni dalla morte è un colpo al cuore ed una scarica elettrica..Mentre l Europa si scopre improvvisamente fragile, meno sicura e, soprattutto, senza più pace, viene voglia di rileggere alcune delle frasi che ci ha lasciato in eredità. Come “…E se non mi abbattono, anche coi russi parlerei..” in “Se fossi un angelo”. Ma si possono fare tanti esempi che ci richiamano anche alla guerra ed alla prepotenza degli uomini che uccidono spesso aggrappandosi a motivazioni francamente impossibili da sostenere e da capire (la stessa 4 marzo ci rimanda ad un mondo che credevamo dimenticato).
Se si passeggia per Bologna, alla luce rossastra del tramonto, sotto i portici e le sue strade, ovunque, tutto sembra parlare di Lucio, presenza costante, ricordo amatissimo. Dal bar sotto casa all’edicola dove alle prime luci dell’alba erano rituali cappuccino, “Carlino” e “stadio”, per documentarsi sulle vicende della città amatissima ma anche del Bologna football Club e della Virtus.
Ho avuto il piacere di incontrare Lucio in due o tre occasioni, al di là dei concerti a cui ho assistito (ne ricordo uno con il suo amico Morandi nella polverosa piana di Campi Bisenzio) e ho sempre avuto la sensazione di trovarmi di fronte una persona ricca di umanità. Come nella tribuna dello stadio di Empoli…un caffè e due chiacchere nell’intervallo della partita fra la squadra di casa e gli amati rossoblù. Oggi Lucio riposa nel cimitero da dove vicino echeggiano le grida dei tifosi del vicino “stadio Dall’Ara” ,uno spazio condiviso con la madre e con il padre. Inutile dilungarsi ancora…e anche sull’eredità musicale che lui ci ha lasciato, con le canzoni e con la sua musica patrimonio di tutti per tutti. E così rimane scolpito nella nostra mente e nei nostri cuori.

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