Cerca
Close this search box.

Addio a Pino Wilson. La Lazio che fu…

Lazialissimo fino alla fine con quei connotati che, a torto o a ragione, rendono visibile l appartenenza al mondo calcistico biancoceleste della capitale. Orgoglio, amore per il passato, cuore spesso che batte “a destra”, questo e altro ancora dentro.
Se ne è andato oggi Giuseppe “Pino” Wilson, elegante difensore e capitano dalla pazza banda di Tommaso Maestrelli campione d’Italia nel 1974. Quando a Tor di Quinto, dopo gli allenamenti, spuntavano pistole dalle tasche e si improvvisavano tiri al bersaglio persino ai lampioni della luce…E durante gli allenamenti…i giocatori divisi in due clan distinti, botte da orbi e spogliatoi distanziati…,per ritrovarsi uniti soltanto alla domenica sul campo da gioco con l’allenatore a fare da collante. La Lazio di Chinaglia e di Re Cecconi, morto per un tragico gioco, quella di Pulici e Martini poi deputato di alleanza nazionale, di D’Amico e Garlaschelli, indomito playboy nelle notti del Piper e della Roma anni 70.
E, naturalmente lui..il capitano… elegante, di estrazione borghese e dalla personalità strabordante, credo figlio bene di un ufficiale di stanza a Napoli alla base Nato.
Oggi Pino è pianto da tutti i tifosi biancocelesti e dal mondo del calcio che ne ricorda la figura sul campo e fuori, sempre stilosa e bella da vedersi.
Raggiunge Long John, Maestrelli, Re Cecconi, Mario Facco, Polentes, il portiere Felice Pulici, Bob Lovati, il grande Mario Frustalupi, il dottor Ziaco e il buon presidente Umberto Lenzini, originario del nostro Appennino. Quella Lazio impregnata di mille umori e per tanti versi indimenticabile…
Wilson verrà tumulato al cimitero di Prima Porta, nella cappella con Chinaglia e Maestrelli, un pantheon della lazialità.

Articoli correlati