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Il Caffè della domenica con…Enzo Brogi. “Fare il sindaco il mestiere più bello di tutti”

Il segreto non è fermare il tempo, ma pensare ogni giorno di inseguirlo alla ricerca, se non della felicità, quantomeno della serenità…Non è un’impresa facile perché la vita sedimenta dentro ognuno di noi difficoltà e dolori. Ho conosciuto Enzo Brogi, attuale presidente del Corecom Toscana, ancora giovane, e io più di lui. La sua vita è stata sempre mossa da una curiosità straordinaria per le cose che ci circondano, unita all’impegno politico e sociale spesso rivolto agli “ultimi”, alle persone senza voce…

Partirei, Enzo, dalle parole e dall’uso che ne viene fatto. Non pensi che sia necessario restituire significato ed importanza a ciò che si dice?

“Chi parla, pensa male e vive male, diceva Moretti. E Don Milani ripeteva che chi sa poche parole è imbrogliato da chi ne sa molte. Le parole hanno un potere magico, possono dare felicità e disperazione: per questo devono essere usate bene, ed in base a queste noi possiamo farci una opinione, come per esempio ascoltare Putin o il leader ucraino. E non, come accade spesso in modo superficiale, parole poi che lasciano segni profondi: gli effetti provocati sui social sono per esempio devastanti. Ed io con il Corecom sto lavorando proprio sui temi del linguaggio dell’odio e del cyberbullismo”.

La nostra vita è un viaggio fatto di cose più e meno belle. La tua ha avuto diverse fasi, oppure pensi ci sia un filo conduttore…

“Un filo “rosso” che tiene tutto intrecciato. Con trame e orditi forti e resistenti ed altri che si sono sfilacciati con gli errori commessi. Ma tutto è stato utile per la mia formazione e sensibilità. I diritti della persona, l’eguaglianza e le pari opportunità fra generi, razze e colori, sono stati per me punti fermi, propedeutici al mio impegno politico”.

Enzo il caffè…come lo prendi?

“Visto che è mattina, preferisco un “orzino”, come raccomanda il mio amico Alessandro Benvenuti. Senza zucchero e, se possibile, ammirando la bellezza di questi vigneti ed oliveti…”

È vero che i grandi dolori portano poi a graduare diversamente le cose della nostra vita quotidiana?

“A volte la vita ci ferisce…Ho avuto come tu sai da poco un dolore grande per la perdita di Silvana, madre di mio figlio, più di 30 anni vissuti insieme intensamente. Un vuoto ed un assenza terribile. Quando viviamo queste esperienze dolorose, l’emozione ci attanaglia ed occorre tanta e tanta forza per venirne fuori. Rimanere col dolore è una scelta legittima ma..pericolosa. Occorre stringere cuore e testa e provare a rialzarsi. Osho ci ricorda che il dolore non ha lo scopo di farci soffrire, ma serve ad essere coscienti. Quando si è coscienti la sfortuna sparisce…”

Sei stato un sindaco dal consenso straordinario, ben oltre gli steccati di partito…

“Io racconto spesso che a Cavriglia mi sostenevano i “compagni” delle case del popolo, ma anche il prete e alcuni cittadini che..per “croce sulla quercia”, il simbolo del tempo del partito, intendevano…solo la vista del Pratomagno. La fortuna è quella di aver fatto cose e mestieri che mi hanno appassionato ed il sindaco è stato il più bello di tutti questi…Entusiasmo ma anche curiosità ed ascolto, una cosa percepita dai cittadini con i quali abbiamo fatto un bel pezzo di strada insieme. E loro si sono affidati con fiducia ed un po’ di rischio ad un politico anche…un po’ borderline! Ho ricevuto tanto…forse molto più di ciò che ho dato.”

Battaglie politiche e civili, penso alla cannabis per scopo terapeutico ed il fine vita assistito…

“L’approvazione in Toscana della prima legge regionale sulla cannabis terapeutica è un risultato che porto nel cuore e mi rende orgoglioso. Mi commuovo addirittura quando mi attribuiscono la paternità di questa legge, che è frutto di battaglie non facili, minate da tanti pregiudizi e poco..appetibili elettoralmente. La gente ha il diritto di non soffrire e curarsi senza passare attraverso il mercato clandestino. Sul fine vita, altro tema che sostengo da anni, l’inammissibilità al referendum è stata una grande occasione persa. Mi auguro ci si ripensi..dietro ci sono storie dolorose, sofferenza, dignità della persona , mai dimenticarselo.”

Cosa riesce ancora a commuoverti Enzo?

“Gioia e felicità sono figlie della giovinezza , tristezza e commozione della vecchiaia. Mannaggia…appartengo alla seconda categoria e mi commuovo molto più di un tempo. Un film, una lettera, una poesia, un migrante e ..in questi giorni le immagini della guerra in Ucraina, donne e bambini in fuga. Poi, ad essere sincero, dopo questo lungo lockdown anche tenere di nuovo in mano i biglietti per un concerto o uno spettacolo…”

Già …la guerra che, almeno così sembrava, per noi figlia di un mondo arcaico…ed invece purtroppo…

“È la guerra ad essere arcaica. Non è accettabile che si debbono risolvere i conflitti con l’uso delle armi. Ed è anche il segnale che, nel corso degli anni, abbiamo fallito in molte cose e che siamo carenti di quella capacità di dialogo e cooperazione fra popoli di stati davvero “moderni” e rispettosi dei diritti umani. Occorre subito un cessate il fuoco! Sulle nostre colline, tu lo sai..nel 1944 venne ucciso dai nazisti un giovane ucraino, Nikolaj Bujanov, che difendeva la nostra libertà. Sono andato sulla tomba a mettere un fiore con Giampiero Bigazzi che, con Stefano Beccastrini, aveva scritto una canzone su di lui. Un gesto simbolico di pace e solidarietà..”

Enzo perché ancora oggi vale a tuo avviso la pena essere di..sinistra ?

“C’è un gran bisogno di ricostruirla questa nostra sinistra, perché vale la pena farlo. Se abbiamo un po’ perso la capacità di intercettare le aspettative di molti, io sono molto preoccupato per la progressiva riduzione delle tutele per i più deboli, per la giustizia sociale, per la crisi democratica e..anche per le problematiche ambientali. Cose importanti che hanno bisogno di una sinistra forte, moderna ed organizzata. Senza paura di puntare lo sguardo in alto, facendo vibrare un idea che provi a cambiare qualcosa. Sullo sfondo un pezzo simbolico e potente..”Imagine” di John Lennon…”

Politica ma non solo. Anche scrittore, giornalista e altro ancora. Cosa ti diverte fare di più?

“Mi appassionano tutte queste cose. Sono curioso e mi spingo su progetti nuovi, creativi e popolari. Mi piace la mescolanza di idee. Sta per uscire un mio nuovo libro “Frammenti” e in questo periodo sono fra i fondatori di una nuova rivista chiamata “Inedita”, che racconta persone e storie di una società possibile e forse…migliore. Te la farò leggere, merita.”

Conosci tante persone “celebri”. C’è qualcuno di loro che ti ha deluso?

“Le persone che incontri sono tutte uguali, magari si approcciano in modo diverso le une dalle altre. Debolezze, vizi, pregi e difetti per ognuno. Si…c’è chi mi ha deluso e chi invece ha saputo starmi vicino nei momenti più duri.”

In politica l’ambizione personale è una necessità oppure un limite?

“L’ambizione, misurata e rispettosa degli altri è una risorsa ed un privilegio in ogni attività ed anche in politica…”

Saluto Enzo, protagonista e testimone di questi nostri anni che, pur scosso dal dolore e dal passare del tempo, non ha smesso mai di cercare le cose nuove e belle della vita…Ed ancora lo farà…mosso da quella curiosità un po’ fanciullesca e, allo stesso modo, determinante per la vita stessa.

Il Caffè della domenica ha già incontrato:
Gianni De Magistris
Ombretta Piccioli
Dino Zoff
Donatella Alamprese
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