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Giovani valdarnesi in politica: Francesco Martini. “Il mio impegno per far riavvicinare i cittadini alla cura della cosa pubblica”

Troppo spesso siamo abituati ad raccontare e a descrivere le nuove generazioni come persone che ignorano la cura della cosa pubblica, la cui attività più nobile è, senza ombra di dubbio, la Politica quella con la P maiuscola. Con questa rubrica, nelle ultime settimane, abbiamo imparato che invece non è così e che anche i meno esperti hanno tanta passione e grande voglia di mettersi a servizio della propria comunità. Oggi conosceremo meglio, Francesco Martini, 29 anni, segretario del Pd di Rignano.

Quale è stato il tuo percorso politico e che ruolo ricopri adesso?
Ho cominciato il mio percorso nel 2017, con l’ingresso nei Giovani Democratici prima e con la mia candidatura alle amministrative su Rignano poi. Sono i due passaggi che hanno segnato il mio cammino, perché stare in politica è anche senso di appartenenza a qualcosa che è fatto dalle persone che ci stanno dentro. Compagni di viaggio, ma anche amici, come i compagni di partito o i ragazzi valdarnesi dei Giovani Democratici, con cui siamo di fatto cresciuti insieme. Nel 2020 sono poi stato scelto come Segretario del Partito Democratico di Rignano sull’Arno.

Cosa ti ha spinto a entrare in politica, a impegnarti in una fase come questa?
Questo è un momento storico in cui è richiesto del coraggio. Per fare attività politica, in particolare, il coraggio è fondamentale. Sono entrato in politica per provare, con molta umiltà, a dare l’esempio. Ci sono tante categorie che sono sottorappresentate, che non hanno una voce, nella discussione politica. Ma la discussione politica è la discussione sulle nostre vite, e non partecipare significa rimanere indietro, sia per i diritti da rivendicare che per la possibilità di dare una certa forma al mondo. È una cosa che sta, purtroppo, segnando la mia generazione. Spero di dare il mio contributo nella discussione, e nel mio piccolo avvicinando persone che abbiano voglia di mettersi in gioco.

Quali sono i tuoi sogni e le aspirazioni legate al percorso politico?
Sono aspirazioni legate al nostro comune e al nostro territorio. Ho cercato di riportare alla partecipazione politica la nostra comunità. È un lavoro che ha già dato alcuni frutti, ma che si pone obiettivi ancora più ambiziosi. La scommessa è che più saremo e più persone attireremo: tanto più si vedranno persone che si danno da fare per la politica, tanto più la gente avrà il coraggio di portare i propri contributi. Se questo modello ha successo, chissà che non venga riproposto altrove o su più ampia scala.

Che paese vorresti vedere nel futuro?
Vorrei un paese che sia in grado di dare le migliori opportunità alle generazioni future. Mi piacerebbe che chiunque avesse la possibilità di realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni, e non soltanto chi ha le spalle coperte dalla famiglia. Questo è un problema molto attuale, che riguarda la distribuzione della ricchezza ma anche le pressioni burocratiche e fiscali su chi lavora.  In più, credo ci sia un problema che riguarda le libertà. Alcuni esempi su tutti: negli ultimi dodici mesi abbiamo parlato del DDL Zan, di eutanasia e di legalizzazione delle droghe leggere, sono tre temi su cui i cittadini si sono fatti sentire con chiarezza, ma la politica ad ora non ha dato risposte. Il futuro passerà anche dal saper affrontare argomenti come questi con coraggio.

L’episodio o l’incontro più bello del tuo percorso politico fino ad oggi?
I migliori ricordi sono quelli legati alle piccole soddisfazioni che abbiamo avuto in questi anni. La partecipazione alle Feste de l’Unità, le decine di tesserati che si sono avvicinati o riavvicinati di recente al PD di Rignano, il risultato alle Regionali del 2020. In più, ci metto anche due incontri: quello con Enrico Letta con i circoli dell’area fiorentina che è stato organizzato lo scorso anno, nel quale mi fu proposto di fare il primo intervento, e quello con Carlo Cottarelli organizzato dal nostro circolo, in cui ha incontrato diversi ragazzi attivi sul nostro territorio. Due momenti d’onore e d’orgoglio.

Cosa può fare un partito a livello locale in un momento in cui a poche migliaia di km da noi imperversa la guerra? In queste azioni i giovani hanno un ruolo specifico?
La politica non si fa solo con leggi e atti amministrativi. Bisogna essere attivi anche sul piano della cultura politica, che sensibilizza e suscita interesse nella popolazione. È l’arma migliore che abbiamo a disposizione, come cittadini, contro le bombe. E i giovani, storicamente, sono i padroni delle piazze: nessuno meglio di loro può farsi portavoce delle ingiustizie. Vale poi il discorso che faccio per i giovani in politica: il nostro esempio vale doppio, perché rappresentiamo il presente e il futuro.

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