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Il Caffè della domenica: Claudio Onofri, Montevarchi nel cuore…

Invidio sinceramente Claudio quando si alza ogni mattina ed osserva il mare di Bogliasco e della riviera, un immoto specchio di raso smeraldino, trinato a riva di pizzi evanescenti e biancastri. La vita a volte arzigogola imprevedibilmente: Claudio Onofri, 69 anni, commentatore televisivo e bandiera calcistica del Genoa, ha in due soli colori mischiato gran parte della sua vita sportiva e non…il rossoblù del Grifone e quello dell’Aquila che (guarda un po’ te) relegò proprio la decana del football nostrano ad una sconfitta iconica nel bene e nel male (0-1 a Marassi il giorno 8 novembre del 1970)..

“Estate 1972, di proprietà del Toro, avevo giocato l’ ultimo campionato a Vercelli. Il nome Montevarchi mi diceva poco o niente, anzi…mi pareva una “diminutio”, un passo indietro nel mio percorso. Ma, ti devo dire, che bastarono pochi giorni per accorgermi della serietà dei dirigenti, della passione della gente e anche della bontà tecnica della squadra appena tornata in serie C. Poi c’era Balleri allenatore che era già un nome importante. Ricordo che giocammo il girone di andata sempre fuori casa perché il Brilli Peri era squalificato…”

Due tornei in serie C, quella “vera” (58 presenze e due goals a Viareggio e Torres) con Balleri e poi con Rino Marchesi giocando mezzala. Ti ricordo la formazione dell’ esordio, a Ferrara il 17 settembre 1972: Negrisolo, Bruni, Notari, Zathila, Cantelli, Giovanardi, Scarpa, Onofri, Trevisan, Donatello, Bencini…

“Dicevano…buona visione di gioco, tecnica ok ma…lento. La mia svolta avvenne due anni dopo di ritorno a Torino. Un mercoledì, al vecchio Filadelfia, prima della consueta partitella fra prima squadra e “De Martino” arriva Beniamino Cancian, secondo dell’ allenatore Cade’ e mi fa: “Claudio oggi giochi da libero, farai benissimo in quel ruolo”. Una folgorazione, visto che andai subito alla grande e quello fu il mio posto definitivo in campo,subito a Chioggia con Franco Dal Cin poi ad Avellino dove iniziò un altra bella storia…”

Ma intanto a Montevarchi c’era rimasto un pezzo di cuore…

“Di più! La città di Lucia, amore e compagna della vita. E un luogo che ancora oggi è parte di noi tutti. Le passeggiate in via Roma, la casa in via Podgora sempre aperta, gli amici e fra questi il presidente Angiolo Livi. Quanti ricordi…Strano percorso il mio, nato a Roma, giovinezza a Torino, l’amore a Montevarchi e poi da 46 anni a Genova. Se devo scegliere oggi mi definirei forse o senza il forse genovese, questo si…”

Bandiera del grifone (215 presenze) e capitano storico. Ma oggi la salvezza è così impossibile?

“Non credo, anche se i margini di errore sono ridotti. Però con questo Blessin la squadra ha una sua idea di gioco e offre la sensazione di poter fare sempre risultato. La nuova dirigenza ha buttato via un po’ di tempo, ma sono scusabili. Sheva non era il tecnico adatto e si è sbagliato a scegliere prima l’allenatore, fra l’altro con un contratto lunghissimo, e poi il direttore sportivo, invertendo le cose. Ma il Genoa può farcela con l’aiuto di tutti e con i tifosi in totale empatia con questo allenatore, che ama la profondità dei rapporti col popolo stesso. Ed è la cosa che vogliono i genoani, da sempre.”

Carriera di calciatore vissuta quasi interamente sotto la lanterna…

“Ed è una cosa che alla fine ti entra dentro per davvero. Nel 1978 potevo andare ai mondiali in Argentina con Bearzot che mi inserì nel listone dei 40 giocatori. Il libero titolare era il povero Scirea, poi alla fine fu scelto come vice Manfredonia e così restai a casa.”

La nazionale già, una eliminazione incredibile, per la seconda volta di fila fuori dal Mondiale. Tutti i discorsi ci stanno ma ci ha sbattuti fuori la Macedonia, al settantesimo posto del ranking F.I.F.A. onestamente mi pare di poter dire come gli undici mandati in campo da Mancini potessero e dovessero bastare…

“Verissimo, impossibile prevedere una figura simile. Ma purtroppo è la conferma di un nostro calcio in piena crisi, con una gestione anche discutibile a livello federale e di lega. Tutto il mondo di casa nostra è da ripensare, i giovani nascono e crescono in un contesto sbagliato. Prendi gli stranieri del campionato, o peschi il ragazzo bravo e sconosciuto o arriva il campione semi bollito, troppe cose non funzionano ed il prodotto è scarso e poco appetibile. Manca una vera idea, si inseguono sogni immediati ma non si costruisce nulla se non occasionalmente.”

Claudio è richiestissimo. Dopo le esperienze a Sky collabora con Telenord ed i suoi commenti sono oggetto di attenzione e discussione. Genova col sole ed il mare offre giornate di primavera radiose: se ti volti a sinistra dopo il Tigullio la costa corre verso la Toscana, a lui sempre carissima…

“Prendo il caffè e mi godo il panorama, niente di più bello…Salutami Montevarchi e permettimi un caro ricordo di Spartaco Landini, carissimo amico e figlio della vostra terra…”

Hanno già preso il caffè con Leonardo :
Gianni De Magistris
Ombretta Piccioli
Dino Zoff
Donatella Alamprese
Enzo Brogi
Anna Bischi Graziani
Giancarlo Brocci

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