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Il Caffè della domenica. Filippo Boni, umanista contemporaneo…

Gli alberi sulla collina di Meleto sono ancora piegati dal vento di una primavera tardiva. Nelle belle sale di Villa Barberino prendo il caffè insieme a Filippo Boni, scrittore di successo, giornalista, vice sindaco del comune di Cavriglia e soprattutto…amico. Un uomo oramai, con uno spirito antico, e non nel senso di vetusto, ma di chi rimane agganciato tenacemente alle proprie radici. Che ricorrono sempre…

“Una definizione, “antico”, che accetto volentieri. Chi non ricorda la storia non ha sufficiente lucidità per dirimere il presente e guardare al futuro…”

Sono spazi stupendamente “toscani” questi dove sorseggiamo il caffè…

“Per me normale con poco zucchero, se possibile di canna, grazie…”

La famiglia Boni, macellai innanzitutto, ma anche sportivi: radicati in questa terra che ho definito a suo tempo un “Bignami” della storia del secolo breve: mutazioni continue del territorio, dure lotte per il lavoro, la guerra, sangue e lacrime. In uno dei tuoi libri “Muoio per te”, hai ricordato la tragedia e anche l’orgoglio della gente, le origini familiari.

“Il babbo Luciano, fra l’altro grande amico tuo, fece negli anni 80 una grande scommessa con se stesso: recuperare questo borgo abbandonato e restituirlo ad una nuova vita. È mancato nel 2009 a soli 55 anni ed è stato un padre che mi ha insegnato molto. Mi ha lasciato anche tante cose , e non parlo di quelle materiali. Ha vissuto poco per godere di tutto questo ma io dico sempre…”la luce che brilla due volte dura la metà…”

41 anni, un età “piena” fatta solitamente di scelte importanti. Politico, scrittore, giornalista. Ma cosa ameresti davvero fare a tempo pieno?

“Credo siano tutte cose compatibili fra di loro. La letteratura, il mio amore per la storia contemporanea, la passione per la politica vissuta con spirito di servizio ed ascolto fra la gente nel territorio…”

Tre libri editi da Longanesi dove le vicende familiari entrano dentro la storia più grande…

“Gli eroi di via Fani” dedicato agli uomini della scorta di Moro una promessa fatta al babbo che se ne andava. “Muoio per te”, una storia di famiglia durante la guerra e le barbarie nazi fasciste nel nostro territorio.  E ancora “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia”, una delle pagine più tristi e controverse vissute dall’esercito italiano durante il secondo conflitto mondiale. Ed una decina di libri sempre con un occhio al passato, che ci offre intrecci inimmaginabili. Uno dei superstiti di Cefalonia fu il padre del brigatista Alessio Casimirri, presente in via Fani durante l’agguato a Moro ed alla sua scorta. Adesso sto lavorando ad un paio di progetti, storie forse mai raccontate fino in fondo…”

Filippo amministratore e vice sindaco attualmente del comune di Cavriglia. Tra due anni ti chiedo se potresti fare il passo successivo…

“Il dibattito non è stato ancora affrontato nel partito e nella coalizione del centrosinistra. Una eventuale candidatura a sindaco deve poi maturare collegialmente e questo avverrà con la coesione e la lucidità che ha sempre contraddistinto la comunità e senza personalismi di sorta. Ma solo per l’interesse comune.”

Ci sono per a Cavriglia progetti che definirei “grandiosi”, anche in rapporto alla popolazione ed al territorio.

“Come la scelta del vecchio borgo di Castelnuovo D’Avane premiato dal PNNR…”

Che sarebbe, scusa?

“Piano nazionale ripresa resilienza. A volte occorrerebbero parole più semplici. Per il vecchio…nuovo Castelnuovo vorremmo ricreare un paese vero, comunitario. Con residenze abitative, sociali, botteghe, spazi turistici e museali. Poi il parco dello sport su un’area di 150 ettari con Human Company. Cioè un intervento privato su terreno pubblico in concessione. Una cosa nuova e bella che ci auguriamo accessibile per tutti. E poi il definitivo recupero dell’area mineraria a carico di Enel, il tunnel stradale del Porcellino: sfide importanti ed impegnative sia per noi e per chi verrà dopo.”

Quando in estate sono salito in bici al Parco e ho visto uno spettacolo degradante che mi ha fatto stare male…Non penso sia stato l’effetto della fatica…

“Certo che no. Però parto da un fatto e cioè che il parco concepito da coloro che lo crearono, oggi, non ha più senso di esistere. Con quelle caratteristiche dico, e penso non solo agli animali in gabbia che noi peraltro abbiamo liberato nel 2015 restituendoli al loro habitat naturale. Oggi l’accesso è vietato per ragioni di sicurezza. Abbiamo fatto tre bandi pubblici per la gestione e non abbiamo avuto una sola risposta che è una. Ed allora, in assenza di queste e nell’impossibilità di un vero rilancio, fra l’altro ostello e ristorante sono di proprietà privata, saremo costretti a riportare tutto alla sua precedente superficie boschiva e naturale. Non è un impegno di poco conto. Certo che bisognerà arrivare ad una soluzione…non è facile.”

Oggi, quali puoi dire siano stati i tuoi riferimenti culturali, politici e morali?

“Sono parecchi. In campo letterario Pavese, Calvino, Silone, Pasolini, uomo di straordinaria lucidità e modernità. Ed anche scrittori e poeti sudamericani. In politica invece guardo lontano e fuori dal mio tempo: Nenni, Berlinguer, Aldo Moro stesso, mentre è onestamente difficile trovare riferimenti contemporanei. Diciamo che guardo con stima il presidente cileno Boric, il presidente spagnolo Sanchez e ricordo con ammirazione il lavoro svolto dall’uruguaiano presidente Pepe Mujica.”

Penso che ciò che si definisce, non sempre in modo corretto, “populismo” sia in gran parte legato alla condizione sociale e ad un sostanziale impoverimento economico della società stessa. Non per ribadire una superiorità politica o culturale di una parte rispetto ad un’altra, ma come dato di fatto: l’emergenza sociale porta inevitabilmente a fare scelte di pancia, a cercare risposte immediate, ammesso che vengano richieste…o interessano per davvero…

“Sono d’accordo. Però voglio aggiungere come nel centro sinistra sia mancata spesso la capacità di dialogare con gli “ultimi”, con le periferie del mondo. E cioè il campo tradizionale di un tempo ed ora occupato da altri. Poi, ovvio che le crescenti difficoltà creino un decadimento delle coscienze ed un degrado del sistema stesso. Ed è anche facilmente spiegabile e comprensibile. Se fai fatica a mangiare, tutto il resto assume un interesse marginale. Diciamocelo chiaramente…”

Il tuo impegno in politica, la tanto vituperata politica dei giorni nostri…

“Per occuparmi dei veri bisogni della gente, e non lo dico tanto per dire. Per fare politica oggi è necessario un nuovo “umanesimo”, conoscenza e consapevolezza di ciò che si fa. Guardare l’altro con umiltà, ascoltare il più possibile cercando di essere credibili. Non vedo un’altra strada percorribile. E non vendere fumo, anche se per i motivi citati poco fa tutto questo è tremendamente più difficile.”

Guardo Filippo e penso a Luciano e ai nostri pomeriggi vissuti parlando un po’ di tutto. Lo rivedo fra le pietre e la calce di Barberino, il sogno poi realizzato. E penso ai Boni macellai che andavano a scegliersi le bestie nel Chianti varcando il crinale, a Rossano, calciatore di talento che meravigliò l’allora commissario tecnico della nazionale, l’alpino e savoiardo Vittorio Pozzo, persona dimenticata in fretta dal mondo sportivo italiano. Come una saga di famiglia o giù di lì…che il vento trasporta giù per questa valle antica, generosa e inclemente nella stessa misura.

Hanno già preso il caffè con Leonardo:
Gianni De Magistris
Ombretta Piccioli
Dino Zoff
Donatella Alamprese
Enzo Brogi
Anna Bischi Graziani
Giancarlo Brocci
Claudio Onofri
Silvia Chiassai Martini

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