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Arrestata banda specializzata in furti. E’ accusata anche dell’ultimo colpo a Pian di Rona

Sono nove uomini, tutti cittadini romeni, accusati di far parte di una banda specializzata in furti di capi di abbigliamento e prodotti di marca, i presunti responsabili  del colpo messo a segno nella notte tra il 12 e il 13 aprile in una pelletteria di Pian di Rona, nel comune di Reggello. Sono stati arrestati nelle ultime ore dai Carabinieri del comando provinciale di Monza. In quello che è stato il loro ultimo furto – 345 borse di lusso – i malviventi avevano scelto un metodo decisamente inconsueto per darsi alla fuga, piazzando una fila di pneumatici sulla strada, dandoli poi alle fiamme. Ma era una consuetudine, per loro, che usavano sempre questa tecnica. In base agli accertamenti degli uomini dell’Arma, erano infatti organizzatissimi. Pianificano i colpi in maniera certosina e non  sbagliavano mai. Diversi i blitz, sempre e soltanto nei caveau dei magazzini che custodivano gli accessori delle più prestigiose griffe della moda italiana. I nove, che  dovranno rispondere di associazione per delinquere, sono accusati di una serie di furti. Quello messo a segno lo scorso mese di novembre in Friuli ha fatto partire le indagini, che si sono poi rivelate decisive. Analizzando le immagini delle telecamere della zona, gli investigatori hanno verificato che  mezzi utilizzati dai malviventi erano stati rubati tra Udine e Pordenone. Partendo dai veicoli, i carabinieri sono quindi riusciti a scoprire  che la banda aveva la propria base operativa nella provincia di Monza e Brianza. La merce rubata, in attesa di essere venduta, veniva custodita dal proprietario di un’autofficina di Paderno Dugnano, che percepiva dalla banda un compenso di 2mila euro. Sarebbero responsabili di almeno  undici colpi avvenuti in soli tre mesi in tutto il centro nord Italia, che avrebbero fruttato un bottino di almeno un milione di euro. L’ultimo a Reggello.  Avevano un modus operandi identifico. Giungevano nel luogo prescelto con mezzi rubati – sono accusati di 75 furti di auto – , che utilizzavano come ariete per entrare nei caveau. Azioni repentine, cui seguiva l’incendio di pneumatici nelle  strade  di accesso alle ditte svaligiare, per favorire la via di fuga. Come è successo anche a Pian di Rona.

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