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Il caffè della domenica: Daniele Bennati, la tradizione che continua…

Buona Pasqua in compagnia di Daniele Bennati, neo commissario tecnico della nazionale di ciclismo professionisti su strada…

“Buona Pasqua e grazie per essere qui con tutti gli amici del Valdarno e…non solo”

Reduce dal Giro di Sicilia dove, fra l’altro, hai ottenuto i tuoi primi successi da commissario tecnico azzurro in una nazionale ovviamente sperimentale ma con dentro gente come Caruso o Nibali per esempio.

“Spero sia un segnale anche beneagurante per ciò che ci attende in futuro, io sto vivendo questo incarico con enorme passione e senso di responsabilità. Come potrebbe essere diversamente…”

Daniele…sulla scia di grandi toscani sull’ammiraglia azzurra: da Fiorenzo Magni a Ballerini, da Bettini ad ovviamente il mito Alfredo Martini.

“Una grande soddisfazione e una responsabilità enorme. Ho conosciuto tutti questi personaggi riportandone una bella impressione. Poi ognuno è se stesso anche nel guidare una squadra ed in quelle che sono le priorità da dare in corsa e fuori. Ma il ciclismo azzurro storicamente ha sempre fatto leva sullo spirito di squadra e sul cosiddetto “gruppo”. Accadeva così anche ai tempi delle grandi rivalità fra Coppi e Bartali o fra Moser e Saronni per esempio. In questo siamo stati a lungo più bravi di altre nazionali, mettendo via per un giorno interessi di parte e voglia di primeggiare. E questo è lo spirito che voglio.”

Non vinciamo un mondiale su strada da ben 14 anni e cioè dal successo di Ballan a Varese. Un digiuno enorme…

“Vero, e non penso di avere la bacchetta magica se non promettere impegno totale e una certa competenza che mi viene da aver frequentato a lungo questo mondo. Oggi lo sport ed il ciclismo hanno un elevato senso di competitività e vincere è sempre più difficile. Poi, anche il nostro sport è fatto di cicli e di momenti…”

Penso ai Van Aert, ai Van der Pool, al bicampione del mondo Alanphilippe, ma anche ai Pogacar, eccettera eccetera e vedo una certa distanza con i nostri attuali corridori…

“Io penso che non possiamo e non vogliamo partire battuti. Prendiamo lo sfortunato Sonny Colbrelli, reduce dalla grande vittoria dello scorso anno alla Roubaix, un corridore che poteva avere un ruolo importante ai mondiali. Ora ovviamente è importante che stia bene, in questi casi la famiglia e la vita vengono prima di ogni altra cosa, ci mancherebbe. Però non è del tutto esatto che siamo tagliati fuori in partenza…”

18 anni di professionismo. Migliaia di km, tubolari e frenate sull’asfalto, la compagnia di grandi campioni e…vittorie di prestigio al Giro, alla Vuelta, al Tour con la “chicca” della volata finale ai Campi Elisi…

“Potevo fare di più? Forse si, ma il nostro è un mestiere difficile, legato anche alla fortuna sotto forma di infortuni e a tante altre cose. Mi ritengo nel complesso fortunato….e custodisco con gioia tutti i successi.”

Hai corso accanto a corridori fortissimi…

“Vero, ma faccio fatica a sceglierne uno in particolare. Diciamo che quando sono passato fra i professionisti, era il 2002, c’era Mario Cipollini che vinceva tutte le volate. Io lo vedevo prima da casa in televisione e trovarmi a fare parte del suo “treno” fu motivo di grande soddisfazione e orgoglio. Arrivi col brivido, freni che stridevano, velocità pazzesche e senza grandi protezioni. Se ci ripenso oggi…”

Tua moglie Chiara è psicologa. Cosa c’è di meglio di avere in casa una esperta del settore. In fondo un commissario tecnico deve lavorare anche sulla testa degli atleti, o no?

“Sicuramente. La componente psicologica ed emotiva è fondamentale. Lei continua a studiare anche nuove forme ed applicazioni dedicate al nostro mondo sportivo. Non sotto il profilo tecnico…ma per il resto mi aiuterà di sicuro.”

Daniele, il ciclismo come scelta oppure…

“Si respirava in famiglia. Il babbo Moreno ha corso fino ai dilettanti, ma la mia prima bicicletta me la regalò nonno Gino. Ricordo bene, era una Ceccherini e la facevano lì da voi in Valdarno. Poi anche mio fratello ha corso e quindi diciamo ottima e numerosa compagnia…”

Come vedresti un ritorno del Tour per formazioni nazionali, come ai tempi di Alfredo Binda,  Coppi, Bartali, Magni e Nencini?

“Sarebbe bello ma penso sia un idea poco compatibile con gli sponsor e con tutto ciò che il Tour si porta dietro. Per questo dico che ci sono poche possibilità, o nessuna.”

Momento non facile per lo sport in genere e anche per l’organizzazione di eventi e manifestazioni. Tu sai che da noi è saltata la corsa di Mercatale, un appuntamento atteso e storico.

“Ci sono grandi difficoltà soprattutto per le categorie giovanili ed è un problema serio. Difficoltà anche economiche, la pandemia e la crisi generano paura fra la gente e poca voglia di rischiare. Speriamo passi presto, anche perchè altrimenti si rischia seriamente di bruciare talenti e di non avere più riferimenti…di crescita.”

Daniele attende a Catania il pranzo di Pasqua…Ancora tiratissimo ed in piena forma non me lo immagino in una di quelle belle pasticcerie della città etnea fra cannoli, pistacchi e pasta di mandorle… Ma un caffeino lo prendiamo?

“Quello si. Non sono un grande consumatore, ma un paio o tre il giorno fatti bene si. Uso ancora la moka tradizionale e la portavo anche con me alle corse…”

Oggi è il giorno di Pasqua e l’Etna farà da cornice alla domenica di famiglia. Poi un occhio e di più andrà inevitabilmente alla tele ed alla Parigi-Roubaix!

“Corsa che potevo anche avere nelle corde, così dicevano un po’ tutti. Un anno sono “saltato” a 30 km dal velodromo. Peccato davvero. Io che mi nutrivo anche dei racconti di Franco Ballerini, caro e mai tanto rimpianto amico… La Roubaix è davvero una corsa particolare, dopo stai giorni e giorni con i dolori da tutte le parti del corpo, ma ne vale la pena…”

Hanno già preso il caffè con Leonardo:

Gianni De Magistris
Ombretta Piccioli
Dino Zoff
Donatella Alamprese
Enzo Brogi
Anna Bischi Graziani
Giancarlo Brocci
Claudio Onofri
Silvia Chiassai Martini
Filippo Boni

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