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Folla immensa per l’ultimo saluto al maestro Enzo Furelli

“Enzo è stato un maestro di scuola e di vita”. Così è stato ricordato oggi pomeriggio Enzo Furelli, 76 anni, maestro in pensione, durante il suo funerale svoltosi nella chiesa parrocchiale di Faella, gremita di parenti, amici e conoscenti. L’ insegnante, originario di San Giovanni Valdarno, colpito da ischemia cerebrale,si è spento all’ospedale di Santa Maria alla Gruccia dopo una decina di giorni di coma.
“La vita di Enzo è stata un dono d’amore – è stato detto – per la sua famiglia e per tanti ragazzi che ha sapientemente formato. Enzo, inoltre, ha avuto una missione che non era quella di cambiare il mondo ma di cambiare le persone che incontrava, attraverso la cultura, la bellezza e i viaggi. Non sopportava le persone che non avevano interessi, perché per lui ogni giorno era un dono da vivere in modo intenso. Spontaneo, non convenzionale, profondo e uomo di fede, Enzo era eccezionale”. Ha perfino pensato di indicare a tutti, familiari ed amici, di come comportarsi dopo la sua morte, lasciando questo messaggio:

“Quando sarò andato, allora lasciatemi andare. Lasciatemi andare via, ho così tante cose da fare e da vedere. Non piangete quando pensate a me, siate grati per gli anni bellissimi che vi ho dato con la mia presenza. E potete solo immaginare quanta felicità voi avete donato a me. Vi ringrazio per l’ amore che mi avete dimostrato. Ora è arrivato il momento di viaggiare da soli. Soffrirete per qualche tempo. La speranza vi rafforzerà e vi porterà conforto. Saremo separati per un po’. Lasciate che i bei ricordi allevino il vostro dolore. Io non sono lontano e la vita va avanti. E se ne avete bisogno, chiamatemi pure e io verrò. Anche se non mi vedrete e non mi potrete toccare, io ci sarò. E se ascoltate nei vostri cuori, sentirete chiaramente la dolcezza dell’ amore che vi porterò. E quando per voi arriverà il momento di andare, sarò lì per voi, per darvi il benvenuto. Non andate alla mia tomba per piangere, io non ci sono, non dormo. Io sono mille venti che soffiano, sono lo scintillio dei cristalli di neve, io sono l’ oro scintillante dei campi di grano, sono le dolci piogge autunnali, io sono il risveglio degli uccelli nella tranquillità del mattino, io sono la stella che brilla di notte. Non andate alla mia tomba per piangere. Io non ci sono. Io non sono morto. Ciao a tutti. Enzo”.

Franco Giunti

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