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Il caffè della domenica. Tito Barbini e il suo bel viaggio…

Un lungo bel viaggio, in tutti i sensi: chi ha vissuto con coerenza con gli altri e prima ancora con se stesso ha sicuramente avuto una vita “piena”, onesta, attraversata a testa alta. Che non significa senza rimpianti o errori, anzi…Questo penso oggi guardando e ascoltando Tito Barbini, giornalista e scrittore e per quasi 50 anni protagonista della politica, quella “bella”, fatta di sogni e di passione al di là delle scelte di ognuno.

La storia inizia con l’elezione a sindaco nella tua bella città, Cortona, eletto nelle fila dell’allora PCI…

“Era il 1970, tempi anche allora non facili. A 23 anni ero il sindaco più giovane del paese, ricordo che venne anche una troupe della Rai ad intervistarmi…”

Oggi è il 1 Maggio, festa del lavoro. Io credo che un certo imbarbarimento e decadenza della nostra attuale società cominci proprio da qui e cioè dalla perdita di regole e diritti dei lavoratori…

“È un altro momento difficile. La pandemia prima, poi la guerra in corso hanno di fatto decelerato la ripresa economica. Ma è vero che in questi anni paghiamo scelte scellerate di alcuni nostri governi che di fatto hanno finito per aumentare il precariato con nuove formule occupazionali poco chiare e discutibili. Con il risultato della perdita di molti diritti per i lavoratori acquisiti nel tempo con lotte e sacrifici.”

Nell’ultimo 25 aprile la “sinistra”, quella almeno della piazza, è sembrata dividersi anche su come intervenire in Ucraina. C’è chi invoca l’invio di armi e chi, a mio avviso legittimamente, sostiene il contrario…

“Io trovo assurde certe critiche, per esempio quelle rivolte al presidente dell’Anpi o a chi la pensa in un certo modo. Parto da un dato incontestabile, però: da un lato c’è un popolo che è stato invaso, dall’altro l’aggressione di Putin che in qualche modo ha pure tradito una sua certa politica di avvicinamento all’occidente. Su questo bisogna essere chiari, ma non per questo la pace deve passare attraverso un riarmo collettivo che può alimentare solo nuove e pericolose tensioni e peggiorare lo stato delle cose. Il ruolo dell’ Europa dovrebbe essere importante, ma un Europa che media fra le diverse posizioni e non appiattita in maniera acritica sulla Nato. Questa la mia opinione…”

Parlavamo della sinistra…

“Le cui divisioni non sono certo una novità. Io stesso sono uscito dal Partito Democratico dopo esserne stato fra i fondatori. È successo con Renzi, quando furono fatte scelte da me assolutamente non condivisibili…e non stiamo a rivangare…”

Sindaco, assessore regionale, esponente del PCI nazionale e poi, nel 2004, l’addio alla politica attiva e…parti per un lungo viaggio attraverso terre belle e lontane. Un cambiamento radicale…

“Che incomincia, a dire il vero, con una vicenda di natura privata, diciamo…così. Conclusa l’esperienza come assessore in regione, accetto di candidarmi come sindaco ad Arezzo riscuotendo ampi consensi alle “primarie” di schieramento, allora non ritenute vincolanti. E in virtù di tutto questo il gruppo dirigente scelse poi un’altra persona (Monica Bettoni): perdemmo le elezioni e la città passò per la prima volta al centro destra. La mia reazione di sdegno (al tempo ci rimasi molto male, oggi quelle persone magari le…ringrazio) mi portò a fare una scelta netta: via da tutti gli incarichi, anche quelli di partito e, con uno zaino sulle spalle, intrapresi un viaggio lungo 100 giorni, dall’Alaska alla Patagonia…un viaggio che mi ha cambiato. E da qui è partita anche la mia vita di scrittore di viaggi ma non in senso strettamente “geografico”, direi…fisico, della mente. Ora sono per esempio davanti al Mar Egeo punteggiato dalle sue tante isole e qui sarà la mia nuova storia…”

15 libri dedicati al viaggio ma uno anche alla tua vicenda politica personale con, sullo sfondo, la sinistra e il vecchio Partito Comunista Italiano. Nel 2016 hai scritto il lungo viaggio da Berlinguer a Renzi, cammino a ritroso con tante cose belle, alcune meno ed un pizzico e forse più di nostalgia. Cosa oggi rappresenta per te la politica?

“Una grande passione e il libro la racconta…Con la mia vita ci sono gli anni del vecchio PCI e tanti personaggi che ho avuto la fortuna di conoscere da vicino. Ed è un libro dove alla fine si sono riconosciuti tanti e tanti militanti di quel tempo, quando la politica era passione, carne viva e non ricerca del personalismo. Quando ci si confrontava e discuteva facendo tardi la notte e fumando decine di sigarette, prima di arrivare ad una conclusione ed a una sintesi finale. Oggi si sono prese altre strade, come premiare il falso merito per esempio o il consenso personale da raggiungere ad ogni costo. Te guarda, per esempio, i partiti o ciò che rimane, quasi tutti con il nome del loro leader…E cosa significa? Personalizzazione, competizione anche interna sempre più marcata e poi scorie che restano difficili da cancellare. La crescita prima stava nelle idee di ognuno che come un fiume si riversavano in un grande lago contribuendo alla crescita. Erano bei tempi…”

In fondo oggi come 100 e più anni fa la sinistra si trascina dietro un dubbio atavico e cioè se battere con convinzione la strada riformista oppure dare spazio a quella che un tempo si chiamava ala più massimalista. Sono passati anni ma…

“Io a dire il vero già pensavo come l’esperienza storica del vecchio PCI di Berlinguer avesse da questo punto di vista impresso già un forte cambiamento sotto il profilo riformista e dello stare in campo…”

Enrico Berlinguer, l’hai conosciuto bene…

“Ricordo la sua prima telefonata, era il 1978 e mi manifestò il desiderio di incontrare Francois Mitterand a Cortona. Allora quest’ultimo era il segretario dei socialisti francesi…Poi le sue visite in città, una la ricordo con affetto in modo particolare. C’è una foto poi che custodisco gelosamente dove entrambi guardiamo verso l’alto il lampadario etrusco al museo civico, come se cercassimo qualcosa di ancora più bello insieme, un mondo migliore e più giusto…chissà.”

Il tuo ultimo libro si occupa in qualche modo anche della Francia. Prima di parlarne, cosa mi dici della politica di Macron?

“La rielezione è un fatto per me positivo anche per il contesto che si era creato. Non sono proprio un liberale, ma nessuna incertezza…l’avrei di sicuro votato anche se mi sento più vicino a Jean Luc Melenchon sui temi per esempio relativi all’immigrazione e su quelli occupazionali. Vedo invece con maggior interesse il lavoro che il presidente francese sta facendo per l’Europa…una nuova Europa.”

Nel libro parli dell’amico Mitterand e di un incontro che avrebbe potuto cambiare la storia della sinistra o quantomeno accelerarla.

“La mia amicizia con Mitterand risale ai tempi di quando eravamo sindaci, io a Cortona e lui a Chateaux Chinon, un piccolo centro della Borgogna. Una figura peraltro già allora importante nelle fila del partito socialista francese, ed è stato il nostro un rapporto di 26 anni che è andato oltre la semplice esperienza politica ed amministrativa. Visite, scambi culturali, incontri privati e tutto questo dal 1970 al 1996. E poi c’è l’episodio che ricordavi, Leonardo, del mancato incontro con Berlinguer in Valdichiana, come mi aveva sollecitato il segretario comunista. Qualcosa che, effettivamente, poteva cambiare la storia della sinistra europea: il PCI si era posto il problema di passare dall’eurocomunismo alla social democrazia, quasi dieci anni prima della caduta del muro di Berlino. Ma tutto questo non avvenne mai perché nel frattempo qualcuno aveva soffiato nelle orecchie di Bettino Craxi, potente leader socialista in Italia e che aveva ovviamente tutto l’interesse politico perché questo incontro saltasse. Pochi anni più tardi Berlinguer scomparve e i rapporti fra i maggiori partiti della sinistra si inasprirono. E così…andarono a finire le cose. Ma quel mancato incontro avrebbe chissà…accelerato il corso della storia.”

Lascio Tito alla scrittura nella sua bella ed aspra isola delle farfalle, grato per questa conversazione favorita dal comune amico Enzo Brogi. E lo saluto caramente.

Hanno già preso il caffè con Leonardo

Gianni De Magistris
Ombretta Piccioli
Dino Zoff
Donatella Alamprese
Enzo Brogi
Anna Bischi Graziani
Giancarlo Brocci
Claudio Onofri
Silvia Chiassai Martini
Filippo Boni
Daniele Bennati
Luisella Sordini

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