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Primo Maggio. Nei ricordi di Enzo Brogi mode e costumi di un paese cambiato

Primo Maggio festa dei lavoratori, certo un po’ cambiata nel corso del tempo. L’amico Enzo Brogi in prima fila in un corteo a Montevarchi negli anni 70 quando la partecipazione emotiva del popolo della sinistra ma non solo era di gran lunga superiore. Ed è bello rivedere in questa foto mode e costumi di un paese profondamente cambiato ma che deve avere sempre il lavoro in una posizione prioritaria ,occupazione e stabilità.
“Un altro Primo Maggio – ha ricordato Brogi – sono tanti, nella testa e nel cuore. E sono anche pieni di compagni e di affetti anche intimi, che non ci sono più. Le lotte, i cortei, i comizi, la musica nelle piazze. Momenti belli e radiosi o complicati assai. La prima volta ero in piazza Matteotti a Sarzana, orgoglioso di stare accanto al mio babbo da poco ferroviere, portava un garofano rosso sulla camicia nuova. Poi quelli “rossi e proletari”, certo non dimentico le turbolenze, anche con i Carabinieri, che vi furono a Montevarchi. Forse era il 1971. E poi, uno via l’altro, quelli con i lavoratori ed il sindacato. Quelli che ci portavano in piazza per l’occupazione, per la pace, per un’Italia giusta e senza lavoratori sfruttati, per la sicurezza nei posti di lavoro… mammamia quanto ancora sono attuali! – ha aggiunto Brogi – E la grande piazza San Giovanni a Roma, con il concertone le bandiere del sindacato e le parole di Sergio Cofferati che poi fu nostro cittadino onorario. Ho addirittura registrato il coro della canzone Primo Maggio con la Casa del Vento. Tanti nomi scorrono nella testa e con loro gioia, rimpianti, emozione e impegno. Sempre impegno! E poi fra le mille una foto che mi racconta. È l’immagine del corteo sindacale, anni ‘80. Accanto a me Claudio Redditi , uno degli amici più cari, un compagno a cui sono molto affezionato e che ho ritrovato, sulla strada, la nostra stessa strada. E in fondo, camminare insieme per i diritti, è il Primo Maggio.”

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