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8 maggio, giornata mondiale sul tumore ovarico. La testimonianza di Beatrice, 45 anni e l’importanza della prevenzione

L’8 maggio si celebra la giornata mondiale sul tumore ovarico, la neoplasia ginecologica più aggressiva, di cui sono affette circa 762.000 donne nel mondo. È fondamentale, come per molti altri casi di cancro, ottenere una diagnosi precoce e si può fare solo attraverso uno screening e controlli periodici. Lo ha ricordato Francesco Catania, direttore dell’Unità operativa di Ginecologia ed Ostetricia dell’ospedale del Valdarno, ma lo ha testimoniato anche una giovane valdarnese, Beatrice, 45 anni ed un figlio di 3.
“Quando mi si è prospettata la concreta possibilità di ammalarmi di tumore con un’alta percentuale di rischio a causa di una difficile storia familiare, ho pensato a lui – racconta – Ho avuto paura che potesse crescere senza di me e così, consigliata dal mio ginecologo, ho effettuato i test oncogenetici previsti in questi casi. Con la mamma e la cugina ammalatesi una di tumore alle ovaie e l’altra al seno ho deciso che dovevo sapere quelle che erano le mie predisposizioni. Sono stata presa in carico da un’equipe multidisciplinare all’ospedale del Valdarno composta da oncologo, genetista e ginecologo – spiega Beatrice – e prima ho effettuato un test del sangue per la ricerca dei Marker tumorali che ha restituito valori altissimi, in seguito gli accertamenti genetici, che non hanno lasciato spazio a immaginazione. Il percorso non è stato semplice – ricorda la giovane donna – ma sempre a Montevarchi sono stata seguita passo dopo passo da tutti gli specialisti”.
Questo tipo di cancro, come abbiamo ricordato e come hanno ricordato gli specialisti, è aggressivo e i controlli preventivi sono assolutamente necessari. La giornata mondiale sul tumore ovarico è stata istituita da un gruppo di associazioni di pazienti affette da questa patologia nel 2013 e punta a sensibilizzare sul tema. Nell’80% dei casi la diagnosi avviene in stadio già avanzato e, come per tante altre patologie, lo stadio della malattia è il fattore che più influenza il decorso e la prognosi.
In Italia, ogni anno, vengono diagnosticati circa 5.200 casi di tumore ovarico. “Lo sforzo che ci vede impegnati nella lotta contro il cancro alle ovaie  mira ad educare le donne a riconoscere meglio sia i sintomi che i fattori di rischio, così come ad eseguire controlli ginecologici regolari allo scopo di migliorare la diagnosi e individuare la malattia allo stadio iniziale – spiega il dottor Francesco Catania – In particolare, un test genetico può aiutare ed è consigliato a chi ha un caso in famiglia per verificare se si è portatori sani di una mutazione di geni. In questi casi è consigliabile rivolgersi a uno specialista per una consulenza oncogenetica”. Si tratta di una visita specialistica durante la quale i medici – ginecologo, genetista e psicologo – valutano in modo multidisciplinare la predisposizione familiare e il relativo rischio oncologico, prendendo in considerazione l’albero genealogico. “Con questa consulenza – continua il dottor Catania – si può valutare il rischio ereditario ed individuare l’indagine genetica più appropriata, definendo un programma personalizzato di sorveglianza clinica e strumentale e proponendo poi eventuali misure per la riduzione del rischio”.
Alla visita fa seguito un prelievo di sangue per accertare la presenza di una mutazione nei geni BRCA e l’eventuale estensione del test ad altre persone della famiglia, nel caso in cui il risultato del test sia positivo. In Italia la procedura per chi accede al counseling oncogenetico con questi criteri, è gratuita. I medici ricordano che i risultati positivi alla mutazione generica non stanno a significare che ci sia la certezza assoluta di avere la malattia, ma solo che il rischio di contrarla è più elevato. Ciò consente quindi di attuare strategie mediche mirate. Da questo punto di vista l’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Santa Maria alla Gruccia, in collaborazione con la genetica medica dell’universista di Siena, assieme ad un team multidisciplinare composto anche da oncologi e psicologi, offre un percorso di sostegno e sorveglianza ai pazienti affetti da una patologia oncologica di qualunque tipo, e femminile in particolare, e per individuare un programma di prevenzione oncogenetica sia per i malati che per i loro familiari. “Anche quest’anno- conclude il dott. Francesco Catania- invitiamo a visitare il Sito della Coalizione Mondiale della lotta contro il tumore ovarico per avere ulteriori informazioni su questa patologia”.

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