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La Fondazione Be.St, nuova proprietaria del convento di Montecarlo, illustra i suoi progetti

Un incontro aperto alla cittadinanza per illustrare e condividere i piani futuri legati allo storico convento di Montecarlo, uno dei luoghi più amati dai sangiovannesi. Il complesso, recentemente, è stato acquistato dalla Fondazione Be.St, organizzazione no profit costituita con finalità solidaristiche e di utilità sociale e sabato 14 maggio, alle 17, alla Pieve di San Giovanni Battista, verrà tolto il velo sul progetto di “rinascita”. Saranno presenti il sindaco Valentina Vadi, il presidente della Fondazione Be.St. Lorenzo Berna e altri protagonisti della Fondazione. L’evento è organizzato in collaborazione con il Comune.
“Siamo contenti che dopo tanti anni una realtà così importante per la comunità sangiovannese possa tornare a vivere – ha precisato il sindaco – Quando, oltre un anno fa, per la prima volta il professor Berna venne in Comune ad incontrarmi per raccontarmi il progetto che aveva in mente per il Convento di Montecarlo fui soddisfatta nel comprendere che non sarebbe stata snaturata la funzione originaria – religiosa, sociale, culturale – di un luogo al quale i sangiovannesi sono profondamente e affettivamente legati. Ringrazio lui e la Fondazione Be.St. per il lavoro che si apprestano a fare, dando la più ampia collaborazione possibile da parte dell’amministrazione comunale per far rivivere il complesso nella sua piena autenticità”.
“Lo scopo – hanno spiegato dalla Fondazione Be.St. – è quello di dare nuova vita alla spiritualità e alla cultura impresse al luogo dalla secolare presenza dei Frati minori. Per questo siamo felici di confrontarci con gli abitanti di San Giovanni, fortemente legati al Convento da memorie e tradizioni”.
Ad oggi è stato previsto un intervento preliminare di manutenzione straordinaria per circa 200 mila euro in una piccola ala dell’immobile, dove saranno ricavati i primi alloggi che verranno utilizzati da chi dovrà seguire il cantiere della ristrutturazione complessiva. E che si tratti di un luogo del cuore per i sangiovannesi e per i valdarnesi in generale è la storia a dirlo. Realizzati in pieno Rinascimento, a metà del XV° secolo, il monastero e la chiesa hanno ospitato nel corso dei secoli prima i francescani, quindi altri ordini fino ai frati Minori. In epoca recente una comunità di recupero di giovani in disagio e all’inizio del terzo millennio le suore dell’ordine delle Clarisse del Cuore Immacolato di Maria, salite alla ribalta delle cronache per alcune prese di posizione che implicarono l’intervento deciso della Diocesi di Fiesole e il susseguente trasferimento in un’altra regione. Ma la vicenda di Montecarlo si lega anche ad una delle opere più significative dell’arte italiana, l’Annunciazione del Beato Angelico, un tempo collocata sul secondo altare a destra della chiesetta e ora conservata al Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie. Durante la Seconda Guerra mondiale era finita nell’elenco dei capolavori che il gerarca nazista Hermann Göring voleva trafugare per la propria collezione, ma grazie all’impegno dello storico dell’arte e agente segreto Rodolfo Siviero fu possibile mettere in salvo la splendida pala. Avvertì i monaci del convento che riuscirono a nasconderla anticipando di un giorno il blitz dei tedeschi.

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